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Europa: stallo su inflazione, cala produzione in Italia

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Written by Alessio Ippolito
Attivo nel settore del digitale dal 2008, ricopro il ruolo di CEO e fondatore di ALESSIO IPPOLITO S.R.L. Editore, un'entità che possiede una rete di oltre 70 siti internet, concentrata sul mondo degli investimenti finanziari. Registrato presso l'Ordine dei Giornalisti di Roma dal 22/02/2022. Attualmente, sono il direttore responsabile della rinomata pubblicazione sulle criptovalute, Criptovaluta.it. A marzo 2023, ho assunto inoltre la direzione di TradingOnline.com, espandendo ulteriormente il mio impegno nel giornalismo finanziario.
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Fact checked by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Nella giornata di mercoledì il calendario economico ha visto la pubblicazione di alcuni dati particolarmente importanti, legati soprattutto all’inflazione di Germania e Spagna oltre che alla produzione industriale italiana. Tutti questi dati hanno mostrato segnali poco positivi, a partire dal fatto che il tasso di inflazione mostra uno stallo rispetto alle rilevazioni precedenti: il tasso di inflazione di Bavaria e Brandeburgo, due dei principali poli economici tedeschi, si ferma rispettivamente al 5.9% e 6.8%. Nel caso della Bavaria, ciò implica un calo dell’inflazione dello 0,2% rispetto al mese scorso; per Brandeburgo si conferma invece addirittura un lieve aumento dello 0,1%. Anche l’inflazione in Spagna è aumentata, passando dal 2,3% al 2,6%. Il dato è stato in linea con le attese degli analisti.

Il dato sull’inflazione più atteso dalla giornata, però, era quello sull’indice aggregato dell’inflazione in Germania. I prezzi sono aumentati dello 0,3% su base mensile, indicando un tasso di inflazione annuo del 6,1%. La lettura è superiore alle attese del 6,0% ed è in lievissimo calo rispetto al 6,2% del mese scorso.

Tutto questo dimostra che il tasso di inflazione in Europa sta ancora calando molto lentamente, malgrado la Banca Centrale Europea stia valutando di non alzare i tassi a settembre. Christine Lagarde ha più volte rimarcato il fatto che la BCE procederà con cautela nelle prossime riunioni di politica monetaria, e il mercato dei bond europei mostra che gli investitori credono che la pausa a settembre sia la più probabile rispetto a un nuovo aumento dei tassi. Il tutto soprattutto per via delle difficoltà dell’economia reale, a cominciare dal fatto che la produzione industriale stia continuando a diminuire. Lo confermano anche i dati pubblicati mercoledì sulla produzione industriale in Italia, che vede un aumento del 1,30% contro attese del 7,50%.

presentazione della notizia su dati inflazione di Spagna e Germania
La BCE si trova sempre più costretta a scegliere tra tassi alti per fronteggiare l’inflazione e tassi più bassi per rilanciare l’attività economica

Cala la fiducia dei consumatori in Europa

I dati aggregati pubblicati mercoledì dall’Unione Europea evidenziano un calo della fiducia dei consumatori, con una lettura di -16.0. Questo indice è strutturato in modo che ogni rilevazione superiore allo zero indichi un miglioramento della fiducia dei consumatori, mentre ogni rilevazione inferiore allo zero indica un peggioramento. Quello che i dati affermano è che ci sia stata una riduzione della fiducia dei consumatori ad agosto su base annua, dopo un’ulteriore ribasso (-15.1) già a luglio. Si conferma che le famiglie europee siano preoccupate dall’inflazione, dal calo dell’attività manifatturiera e da una stagione turistica che in molte località ha visto un evidente ridimensionamento della domanda internazionale.

Anche il dato sulla fiducia delle imprese mostra un calo, con l’indice che segna -10.3 ad agosto. Non solo è un dato in peggioramento rispetto al -9.3 di luglio, ma è anche inferiore alle attese di -9.9 formulate dagli analisti. In controtendenza l’Italia, dove anche se peggiore la fiducia delle imprese, si registra un miglioramento delle attese dei consumatori. L’indice italiano ha segnato 106.5, ed è misurato in maniera leggermente diversa a quello europeo: in questo caso le letture superiori a 100 indicano un miglioramento, mentre quelle inferiori a 100 indicano un peggioramento.

grafico andamento inflazione in Germania
Come evidenziato dal grafico (Fonte: Trading Economics), il tasso di inflazione in Germania da quattro mesi a questa parte non sta più scendendo con la stessa velocità

Calano le vendite dell’industria manifatturiera in Italia

Il dato che tocca più da vicino il nostro Paese è quello sulle vendite delle imprese manifatturiere. Da mesi a questa parte, sia l’indice PMI che i dati sull’effettiva produzione industriale stanno segnando un calo significativo. Sembra che il comparto industriale italiano non riesca a uscire da una fase di forte difficoltà, segnata da una diminuzione diffusa degli ordini e delle forniture. Non solo, ma si evidenzia anche un problema diffuso legato alle aspettative sui prezzi: malgrado la lotta all’inflazione della BCE, ad agosto le imprese mostrano attese più alte rispetto a luglio sui prezzi che verranno praticati nei prossimi mesi. Tornando al dato sulle vendite industriali, questo segna un aumento del 1.3%: potrebbe sembrare positivo, ma le attese degli analisti erano del +7.40%.

Questo dato si riferisce al mese di giugno, e mostra una netta differenza tra il mercato interno e le esportazioni: mentre le vendite sul mercato interno sono aumentate del 1,8% al netto della stagionalità, quelle sul mercato esterno hanno visto una flessione del -2,2%. A soffrire è soprattutto il settore dell’energia, ricordando che giugno è stato segnato da prezzi bassi del petrolio, con un calo del fatturato del 4,1%. Un altro comparto che ha visto ridimensionarsi in modo netto il fatturato rispetto al 2022 è quello della chimica, che vede un calo congiunturale del -19.5%. Hanno invece performato molto bene il settore dei mezzi di trasporto (+36.1%) e quello della farmaceutica (+14.2%). Le rilevazioni appaiono perfettamente in linea con gli altri dati pubblicati in questi mesi sul calendario economico, che hanno visto un boom di immatricolazioni di veicoli a fronte di un costante ribasso nell’attività industriale legata alla chimica e ai beni energetici.

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