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Forex, condanna negli USA per frode da $1.7 miliardi

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Una corte federale negli Stati Uniti ha emesso quella che potrebbe essere la multa più salata nella storia delle truffe legato al Forex, quantomeno fino a questo momento. A ricevere la sentenza è Cornelius Johannes Steynberg, CEO di una società sudafricana accusata di aver gestito una truffa sul cambio di valute da 1.7 miliardi di dollari. La multa è da capogiro: 3.4 miliardi di dollari, il 50% dei quali rappresenta la restituzione delle somme frodate e con un restante 50% di pura sanzione economica. L’annuncio è stato divulgato dalla Commodity Futures Trading Commission (CFTC) americana nella giornata di giovedì 27 aprile, ma la condanna era già stata emessa lunedì.

L’accusa è quella di aver gestito illegalmente un servizio di intermediazione finanziaria connesso al mercato di Bitcoin, con 23.000 clienti truffati. Steynberg ha agito per nome della sua società, Mirro Trading International Proprietary Limited, attualmente in stato di liquidazione in Sud Africa. Pur avendo mascherato la vera natura del suo servizio, la corte non ha avuto dubbi nel constatare che si trattasse di uno schema Ponzi in cui si veniva ricompensati per attirare nuovi investitori all’interno del sistema.

presentazione della notizia su una condanna negli Stati Uniti per una truffa Forex da 1.7 miliardi di dollari
Per la CFTC si tratta della più grande condanna fino a oggi legata a una truffa sul mercato del Forex

Il caso contro Steynberg

La CFTC ha indagato fatti che sono avvenuti tra maggio 2018 e marzo 2021, durante i quali Steynberg ha gestito la sua attività illecita legata al Forex e alle criptovalute. Agli investitori veniva richiesto di versare capitale sotto forma di Bitcoin, con l’obiettivo occulto di mascherare le transazioni e lasciare che i fondi fossero poi difficilmente tracciabili nel caso di un’inchiesta giudiziaria. Stando a quanto veniva dichiarato dall’azienda fraudolenta, di cui Steynberg era unico amministratore, questi depositi sarebbero poi stati investiti sul Forex utilizzando dei robot di trading inventati dallo stesso fondatore.

In realtà non c’era nessun robot di trading a fare investimenti: gli investitori iniziali venivano soltanto ricompensati con il denaro versato da quelli successivi, come avviene in qualunque schema Ponzi. Quando la corte ha analizzato la documentazione ha avuto pochi dubbi nel condannare il cittadino sudafricano, in un processo giudiziale che complessivamente ha impiegato circa un anno per arrivare alla conclusione. Ora rimangono solo i dubbi legati alla capacità di recuperare il denaro perso dagli investitori, dal momento che lo stesso giudice riporta nella sentenza i suoi dubbi legati alla solvibilità di Steynberg. Non solo circa la metà del pagamento dovuto come sanzione, ma anche circa l’altra metà che dovrebbe soltanto rimborsare le vittime della frode.

screenshot del sito della CFTC con il comunicato della condanna
Lo screenshot mostra l’annuncio del portale ufficiale della CFTC

Difficile che la sanzione venga pagata

Complessivamente, soltanto con gli investitori statunitensi, la truffa di Steynberg è riuscita a raccogliere “investimenti” per un totale di 29.421 Bitcoin. Alla fine di marzo 2021, quando la società ha cessato le sue operazioni, il valore complessivo di questa raccolta era 1.733.838.372$ secondo quanto riportato nei documenti giudiziari. Se questi fondi sono stati trasferiti in un wallet decentralizzato, magari con delle triangolazioni complesse e cambiando i wallet di volta in volta, potrebbe essere quasi impossibile mettere mano sui fondi. Essendo asset sconnessi dal sistema bancario, non si può chiedere la congelazione dei fondi nemmeno in caso si riuscisse a identificare il wallet sospetto.

Tutto questo riporta ancora una volta alla discussione sulla necessità di regolamentare il mondo delle criptovalute e di tutelare gli investitori, dal momento che truffe come questa -per quanto non altrettanto grandi- nascono tutti i giorni. Per quanto la CFTC faccia del suo meglio per punire i colpevoli, al momento non sono molti gli strumenti in atto per prevenire questi crimini e tutelare i risparmiatori. Solo nel corso del tempo, con un’eventuale collaborazione con le autorità sudafricane e internazionali, si scoprirà se la sanzione verrà pagata o meno.

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