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Franco svizzero, la banca centrale pronta a difenderlo

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Il vice-presidente della Banca Centrale Svizzera, Martin Schlegel, ha dichiarato lunedì che l’istituzione è pronta a difendere la stabilità dei prezzi in Svizzera attraverso interventi diretti sul mercato del Forex. Nel caso in cui il franco si rafforzi, la banca centrale è pronta a comprare valuta estera; se dovesse svalutarsi, è invece pronta a vendere valuta estera.

Questo indica chiaramente che il franco non sarà libero di oscillare pienamente in base all’andamento di domanda e offerta. Essendo una delle valute che ha sofferto di meno gli effetti dell’inflazione nel corso del 2021-22, oggi è particolarmente forte: se cinque anni fa servivano 1,20 CHF per comprare 1€, oggi il franco si trova essenzialmente in parità con la Moneta Unica.

presentazione della notizia secondo cui la banca centrale svizzera rimarrà attiva nel mercato Forex per gestire la forza del franco
La banca centrale svizzera si conferma attiva sul mercato del Forex

I commenti del vice-presidente Schlegel 

L’intervento di Martin Schlegel è stato conciso ma significativo. Ha voluto chiaramente indicare che la stabilità dei prezzi è un’importante prerogativa della banca centrale svizzera e che per ottenerla può essere necessario comprare o vendere riserve di valuta estera. Le banche centrali ricorrono all’acquisto o alla vendita di valuta estera, soprattutto sotto forma di bond governativi, per influenzare la domanda e l’offerta di una valuta e di conseguenza il valore.

Il picco di inflazione toccato dalla Svizzera nel corso del 2022 è stato del 3,50%. Decisamente lontana dall’Eurozona e dagli Stati Uniti, dove i prezzi hanno registrato a un certo punto incrementi superiori al 10% anno su anno. La banca centrale svizzera ha comunque prontamente alzato i tassi di interesse per arginare l’aumento dei prezzi, passando da un territorio negativo a un tasso annuo del 1%.

foto della sede della banca centrale svizzera
La banca centrale svizzera ha riserve di valuta estera per circa 1 triliardo di dollari

Per quanto l’aumento dell’indice dei prezzi al consumo sia stato più moderato che altrove, la banca centrale mantiene il suo target annuo del 2% nel mirino e si sta adoperando per raggiungerlo nel più breve tempo possibile. Avendo stampato meno denaro rispetto a BCE e Fed durante la pandemia, in ogni caso, si può permettere di mantenere tassi più bassi e di limitare così facendo il rischio di una recessione.

La Svizzera conferma la sua stabilità

L’economia svizzera è nota per avere una gestione molto attenta da parte dei policy makers, con il franco che ne sta beneficiando in termini di rivalutazione sulle altre principali valute. Il 17 febbraio, Moody’s ha confermato il rating AAA per le obbligazioni del tesoro svizzero citando, tra le altre motivazioni, lo stato di salute delle casse pubbliche e l’efficace politica fiscale.

Attualmente il debito pubblico svizzero si attesta intorno al 27% del PIL nazionale annuo, ben al di sotto del 39% medio previsto dalle altre obbligazioni governative tripla-A. La terra dei Cantoni è riuscita a mantenere stabile la sua economia durante la pandemia senza dover ricorrere a misure estreme, limitando così i successivi problemi di inflazione che si sono manifestati in altre nazioni.

Da notare che la Svizzera è una nazione fortemente orientata all’export. Tra il 2018 e la fine del 2021, il saldo della bilancia commerciale è stato in totale positivo per quasi 300 miliardi di dollari. Per questo motivo la forza attuale del franco svizzero, sebbene segno di stabilità, potrebbe danneggiare la redditività delle società quotate presso la Borsa di Zurigo per via della minor domanda di prodotti da parte dei consumatori stranieri.

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