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Germania, sussidi per €4 mld per industrie più green

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Una fonte del governo tedesco che si è messa in contatto con Reuters ha rivelato che il governo starebbe lavorando a un piano di sussidi da 4 miliardi di euro per aiutare le industrie manifatturiere tedesche a inquinare di meno. Se fosse vero, sarebbe uno dei piani più grandi mai lanciati da una singola nazione europea per favorire la transizione energetica nel settore industriale. Con Berlino che rimane molto salda sulla sua posizione di voler raggiungere il net zero entro il 2045, questo tipo di iniziativa non sorprende; piuttosto sorprende che si tratti di un progetto nazionale e non di qualcosa di armonizzato a livello europeo.

Le voci sembrano confermate anche dal ministro dell’economia, che proprio oggi ha dichiarato di voler agire soprattutto su tre settori: acciaio, vetro e carta, tre delle industrie più difficili da decarbonizzare. Di recente c’è stata una grande spinta in tutto il mondo verso l’acciaio verde, culminata addirittura in una partnership tra due storici rivali australiani per sviluppare congiuntamente un impianto pilota. Si tratta di industrie ad alta densità energetica, che hanno solitamente bisogno di alte temperature -ottenute dalla combustione di gas naturale o carbone- per poter operare in maniera ottimale.

presentazione della notizia su programma tedesco per sussidi all'industria green
Oltre il 60% delle emissioni mondiali di CO2 deriva da settori considerati difficili da rendere più ecologici

Sussidi in cambio di meno CO2

Il ministro dell’economia tedesco ha già confermato di aver ricevuto l’approvazione da parte della Commissione Europea per poter procedere con questo piano a livello nazionale. I dettagli non sono ancora stati rilevati, ma già in questo momento si conosce la linea di fondo di quanto il governo vorrebbe attuare: i sussidi verrebbero destinati direttamente alle imprese sulla base della quantità di CO2 emessa in meno ogni anno. Si pensa addirittura a un meccanismo ad asta: le aziende che sono disposte a tagliare la maggior quantità di emissioni di CO2 in cambio del prezzo più basso sarebbero quelle che si aggiudicherebbero gli incentivi.

I 4 miliardi di euro di cui si parla sarebbero quelli a disposizione per la prima asta, ma il governo ha già fatto sapere che nei suoi piani ci sarebbe già una seconda asta da tenersi più avanti nel corso dell’anno. Per la prima asta si pensa addirittura ai prossimi 2-3 mesi, nel tentativo di arrivare il prima possibile a una validazione di questo sistema. Non è da escludersi che, se il piano tedesco avesse successo, questo potrebbe poi servire come modello per l’Unione Europea in maniera da indirizzare anche gli sforzi dell’UE nella stessa direzione. Considerando che proprio ieri sono stati annunciati incentivi europei da €6,9 miliardi per l’industria dell’idrogeno verde, Bruxelles e Berlino sembrano muoversi nella stessa direzione.

foto di una lavorazione industriale del vetro
Soprattutto per l’industria del vetro, le società che puntano sul green sono ancora poche

Programma rimpicciolito dalle politiche sul debito

La Germania è notoriamente a favore di una politica economica basata su bassi livelli di indebitamento, cosa che più volte ha portato a scontri politici a livello europeo con gli altri Stati Membri. Questa volta è la stessa politica tedesca che finisce per ritorcersi contro Berlino: l’anno scorso, il governo aveva annunciato un piano molto simile a questo ma con impegni per €60 miliardi. Alla fine il progetto è stato bocciato da una sentenza della corte costituzionale, dal momento che la cifra in questione avrebbe dovuto essere finanziata con nuovo debito. Il progetto attuale sembra dunque una versione rimpicciolita di quello dello scorso anno, che va a toccare gli stessi settori industriali ma lo fa semplicemente con una quantità inferiore di risorse.

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