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Giappone, la crisi si fa più profonda: i salari reali scendono per il 23esimo mese di fila

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Continua a diminuire il potere d’acquisto dei consumatori giapponesi, un trend che diventa sempre più preoccupante per l’economia locale. Dopo aver perso il titolo di terza economia più grande al mondo, che ora è passato in mani tedesche -persino a discapito della crescita tedesca totalmente nulla nel 2023-, il Giappone sembra continuare ad affondare. Si tratta del 23esimo mese consecutivo in cui l’economia giapponese segna un calo del potere d’acquisto, con i salari che non riescono a tenere il passo del tasso d’inflazione. Solitamente la crescita degli stipendi è essa stessa un motore per la pressione sui prezzi, ma in questo caso si nota come l’inflazione sia alta anche malgrado la mancata crescita degli stipendi.

I numeri della banca centrale giapponese, riferiti a febbraio, mostrano che il potere d’acquisto dei consumatori è sceso del 1,3% rispetto al mese precedente. Nel frattempo la Bank of Japan ha anche rivisto i numeri di gennaio, in cui il potere d’acquisto è diminuito del 1,1%. Il prezzo dei beni e dei servizi nell’economia aumenta a un ritmo più veloce rispetto ai salari, per cui la qualità di vita dei cittadini giapponesi sta diminuendo di mese in mese. A febbraio gli stipendi segnano un aumento medio del 1,8% su base annua, mentre il tasso d’inflazione è aumentato del 3,3%. Malgrado si tratti dell’aumento più alto dei salari da un anno a questa parte, è comunque troppo poco rispetto ai rincari.

presentazione della notizia su calo dei salari reali in Giappone
L’economia giapponese continua a faticare a uscire dalla spirale inflazionistica

Pronto un maxi-accordo sui salari

La situazione attuale è il risultato di tanti fattori, ma uno dei più evidenti è la politica monetaria innovativa che la banca centrale giapponese ha utilizzato durante e dopo la pandemia -per poi abbandonarla all’inizio di quest’anno-. La BoJ ha provato a mantenere i tassi centrali al di sotto dello zero, sperando che questo aiutasse l’economia a crescere. Anche se è servito a tenere a galla la crescita economica, di fatto ha scatenato un’ondata di inflazione e ha mandato lo yen in caduta libera nel mercato Forex. Ora i tassi sono tornati ad aumentare, ma il tasso d’inflazione è ancora in crescita e ci vorrà tempo prima di vedere i risultati dell’inversione di rotta della banca centrale giapponese.

La risposta immediata che il governo sta valutando con le aziende private è un accordo sui salari che possa aiutare i lavoratori giapponesi ad attraversare meglio questo periodo di difficoltà. Le imprese giapponesi hanno accettato di alzare gli stipendi del 5,24% quest’anno, il rialzo più alto degli ultimi 33 anni. Nel frattempo il tasso di partecipazione all’economia e l’occupazione stanno andando bene: a febbraio è aumentato di 1,3 milioni il numero di lavoratori in Giappone, con i posti di lavoro a tempo pieno che sono aumentati di 3,5 milioni di unità e quelli part-time che sono diminuiti di 3,6 milioni di unità.

grafico dei salari reali in Giappone
Il grafico mostra l’andamento dei salari reali in Giappone (Elaborazione grafica: Economy.com)

Sull’orlo della recessione

Il mese scorso la Bank of Japan ha rivisto la sua ultima pubblicazione sul PIL dichiarando che la crescita nell’ultimo trimestre del 2024 è stata nulla e non negativa, ma comunque il paese rimane sull’orlo della recessione. Ormai è dal 1990 che l’economia giapponese si trova essenzialmente in stallo, senza riuscire a crescere e senza riuscire a trovare una politica monetaria che riesca a mantenere il paese in equilibrio sotto tutti i punti di vista.

Nel frattempo sempre più aziende continuano a soffrire la concorrenza cinese, che ormai si è ampiamente estesa anche al settore delle automobili. Il calo del potere d’acquisto dei consumatori si aggiunge a una serie di problemi da cui il paese fa fatica a uscire. Adesso i mercati sono in fase d’attesa per il prossimo rialzo dei tassi centrali, su cui non ci sono ancora indicazioni. Un membro del comitato di politica monetaria della BoJ ha dichiarato la settimana scorsa che potrebbe essere necessario aspettare fino a ottobre, mentre gli analisti ritengono che possa capitare già prima dell’estate.

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