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I BTP chiudono la settimana in volata dopo la BCE e i dati sull’inflazione in Germania

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Il venerdì di scambi di Piazza Affari si conclude con un rally dei BTP, a conclusione di una settimana molto intensa sul fronte dei dati macroeconomici. Tutte le grandi novità di questi ultimi giorni fanno pensare che ormai la BCE sia molto vicina a un taglio dei tassi d’interesse, che inevitabilmente si rifletterebbe sui rendimenti delle nuove emissioni. Gli investitori stanno correndo a comprare obbligazioni, in modo da mettere la firma sulle cedole piuttosto generose che vengono staccate oggi. In questi ultimi mesi in cui i tassi della BCE rimangono al massimo di quanto lo siano mai stati nella storia della Moneta Unica, questo si sta rivelando un trend piuttosto costante.

Il dato più importante di oggi riguarda il tasso d’inflazione in Germania, che passa dal 2,7% di febbraio al 2,2% di marzo. Questo è un dato molto importante, dal momento che l’economia tedesca rimane la più grande d’Europa e finisce per influenzare indirettamente anche l’Italia e gli altri paesi membri. Questo dato fa pensare ancora una volta che la BCE possa iniziare ad abbassare i tassi tranquillamente, conscia del fatto che ormai la pressione sui prezzi all’interno dell’Eurozona è diminuita significativamente.

presentazione della notizia su rally dei bond europei dopo dati su inflazione tedesca
Nel frattempo, il PIL tedesco ormai è in stallo da tre trimestri

Calo incoraggiante per l’inflazione tedesca

Il dato sull’inflazione tedesca è il più basso degli ultimi tre anni, guidata soprattutto dai generi alimentari e dai beni energetici. Il primo a rallegrarsi di questa notizia è stato il Ministro delle Finanze, Christian Lindner, che su Twitter ha incoraggiato il paese a continuare a seguire la sua politica fiscale molto prudente. Lindner è un grande sostenitore della misura della Costituzione tedesca che prevede di limitare il rapporto deficit/PIL allo 0,35%, mentre è un forte critico della Bidenomics. In più occasioni ha evidenziato come negli Stati Uniti sarà molto difficile riportare l’inflazione sotto controllo, per via di una spesa pubblica mai così alta.

La risposta dei mercati ai dati tedeschi è stata altrettanto positiva. L’impatto è ben visibile su tutti i bond europei, inclusi i BTP. Il prezzo delle obbligazioni del Tesoro in scadenza a maggio 2031 è aumentato del 1%, quello dei BTP in scadenza nel 2037 del 1,11%. Per le scadenze più lunghe, come nel caso del bond in scadenza a settembre 2051, il rialzo è stato addirittura del 2,01%.

componenti inflazione germania marzo 2024
Le principali componenti dell’inflazione, così come riportate dall’istituto di statistica tedesco

I tagli ai tassi si fanno ancora più vicini

Il tasso d’inflazione registrato in Germania a marzo è la dimostrazione del fatto che la cura della BCE, fatta di tassi al 4%, sta funzionando. La banca centrale è riuscita ad abbassare la corsa a rialzo dei prezzi, e ora può pensare di tornare a stimolare l’economia con un regime di tassi più bassi. Si spera che questo possa aiutare l’economia europea a ripartire, in un momento in cui la produzione industriale viene da oltre due anni di contrazione marcata. Indubbiamente peserà sui rendimenti delle obbligazioni, che scenderanno di pari passo con i tagli della BCE. Questo momento storico dunque favorisce chi ha investito in bond europei negli ultimi due anni, con la quotazione che continua a salire rapidamente.

La BCE questa settimana ha preferito lasciare i tassi invariati, ma nel discorso di Christine Lagarde che ha seguito questa decisione è emersa una chiara intenzione di incamminarsi verso il primo taglio ai tassi centrali. Attualmente la maggior parte degli analisti ritiene che il primo taglio avverrà a giugno, mentre la quantità di tagli durante l’anno potrebbe dipendere dalla risposta dell’economia e dalle mosse della Federal Reserve negli Stati Uniti.

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