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La BCE spinge per un regolamento comune sui bond AT1

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Durante la conferenza annuale del Consiglio Europeo dei Rischi Sistemici, tenutasi il 16 novembre, Andrea Enria, supervisore capo della Banca Centrale Europea, ha parlato apertamente della necessità di stabilire standard comuni per i bond AT1. L’obiettivo della BCE sarebbe prevenire potenziali conflitti e incertezze legate a questo tipo di investimento in vista di future crisi bancarie, una lezione imparata dai fatti di cronaca di quest’anno.

L’intervento di Enria sembra proprio dovuto agli eventi di inizio anno, quando Credit Suisse si è trovata in default e in seguito è stata acquistata da UBS. In tale occasione, i possessori dei bond AT1 di Credit Suisse hanno perso il loro investimento, del valore di circa 17 miliardi di dollari, mentre gli azionisti hanno ricevuto 3 miliardi di dollari in azioni UBS. Questo episodio ha scatenato molteplici cause legali da parte degli investitori AT1 e ha messo in luce i rischi associati a questo tipo di obbligazioni.

presentazione della notizia su BCE che chiede regole comuni per bonds AT1

Cosa sono i tanto polemizzati bonds AT1?

Gli AT1 (Additional Tier 1), noti anche come Contingent Convertible Bonds o “CoCo bonds“, sono dei bonds introdotti dopo la crisi finanziaria del 2008. Sono investimenti ad alto rischio utilizzati dalle banche per attirare capitali. Offrono rendimenti potenzialmente elevati, ma a fronte di rischi considerevoli. Il diritto di rimborso legato a questi strumenti è infatti subordinato rispetto al diritto di rimborso degli altri obbligazionisti e degli ulteriori fornitori che hanno diritto a rivalersi sulle banche in caso di liquidazione. In scenari di crisi, queste obbligazioni possono essere convertite in azioni della banca o addirittura annullate.

Fino a marzo di quest’anno, le AT1 Bonds erano considerate semplicemente investimenti ad alto rischio, ma il caso Credit Suisse ha scosso negativamente il mercato, generando preoccupazioni e incertezze tra gli investitori. Il valore di mercato di queste obbligazioni è stato stimato in 275 miliardi di dollari, e sono ormai divenuti strumenti fondamentali per le banche europee. La mancanza di fiducia da parte di nuovi investitori potrebbe avere impatti negativi sia per le banche che perdono fonti vitali di capitale, sia per gli attuali possessori dei titoli.

foto della banca centrale europea

Regole sempre più necessarie

Per contenere i danni al settore finanziario svizzero, il governo ha incentivato l’acquisto del Credit Suisse da parte di UBS, e la decisione di annullare i bond AT1 è stata influenzata dal governo. Questo perché i termini specifici dei bond AT1 in Svizzera differiscono da quelli standard, non offrendo protezioni agli investitori. Nonostante le controversie, Andrea Enria ha difeso la decisione delle autorità svizzere, basata sulla legalità delle clausole specifiche nei bond AT1 di Credit Suisse.

Per prevenire problemi futuri e ristabilire la fiducia negli AT1 bonds, Enria ha sottolineato l’urgenza di stabilire standard globali. Ha anche evidenziato che le clausole tipiche nei bond AT1 svizzeri non sono comuni in quelli emessi dalle banche dell’Unione Europea, dove le perdite colpiscono prima gli azionisti. Enria ha invitato il Comitato di Basilea, che si occupa della supervisione bancaria, a considerare la standardizzazione di questi contratti per evitare contagio tra diversi strumenti finanziari e garantire maggiore sicurezza agli investitori.

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