Pechino decide di fare un grande passo avanti per ravvivare un’economia cinese che ancora stenta a riprendere il suo tasso di crescita pre-pandemia. Questa settimana si prevede un’emissione di bond per un controvalore totale di $136 miliardi (1 triliardo di yuan). Sarà un’emissione a scadenze di ultra-lungo termine con bond a 20, 30 e 50 anni; l’obiettivo del governo è quello di utilizzare i proventi per finanziare grandi progetti che possano dare nuova linfa vitale all’attività economica. Fino a questo momento il governo centrale aveva lasciato la ripresa in mano al libero mercato, ma con un mercato immobiliare sempre più in difficoltà è diventato necessario un intervento.
A confermare l’operazione è direttamente il Primo Ministro cinese Li Qiang, secondo al comando di Xi Jinping. L’idea è quella di iniziare un periodo in cui la politica economica tradizionale si unirà ad alcune scelte più coraggiose, con l’obiettivo di rilanciare la Cina verso un nuovo periodo di forte espansione economica. Il miracolo economico cinese è stato guidato dal governo e dalle politiche sull’export di Pechino, dagli incentivi e dalle imprese di proprietà del governo centrale. Ancora una volta, Xi Jinping spera che una linea guidata funzioni meglio del libero mercato.
Importanti obiettivi economici
La nuova maxi-emissione di obbligazioni sarà utilizzata per finanziare alcuni investimenti che secondo il governo centrale dovrebbero agire da punto di pivot per l’intera economia. Per cominciare, la Cina intende investire in infrastrutture e in progetti internazionali continuando sulla strada già collaudata ampiamente nell’ultimo decennio. Spesso il governo cinese accorda con altri paesi la realizzazione di infrastrutture a tassi agevolati, dando gli appalti a imprese cinesi: questo aiuta i paesi in via di sviluppo a migliorare le proprie infrastrutture con un costo di finanziamento accessibile, mentre aiuta le aziende cinesi ad avere grandi progetti su cui lavorare che generano migliaia di posti di lavoro.
Un altro degli obiettivi dichiarati di questa nuova emissione obbligazionaria è quella di finanziare “l’iniziativa” nei settori soggetti a forte innovazione. Questo sembra essere un modo per dire che il governo cinese è disposto a finanziare le imprese che stanno lavorando su AI e semiconduttori, un campo molto importante in cui la tecnologia nazionale è ancora molto lontana dal livello degli Stati Uniti. Per via dei limiti alle esportazioni di microchip, le imprese cinesi non possono nemmeno comprare questa tecnologia: il treno dell’AI è un treno su cui gli USA sono saltati più presto, barricando la loro posizione come leader del mercato.
Una scelta riservata a momenti eccezionali
Fino a questo momento, la Cina ha utilizzato le maxi-emissioni di obbligazioni a lunghissimo termine solo in periodi di emergenza. Questi strumenti sono stati emessi nel 1998, proprio all’inizio del miracolo economico cinese, nel 2007 in risposta alla crisi finanziaria globale e nel 2020 durante la prima ondata di Covid-19 che ha colpito la Cina prima di ogni altro paese. Tutto questo mostra chiaramente come Pechino ritenga che la situazione dell’economia sia molto seria. Fino a questo momento, questo tipo di emissioni è sempre riuscito nel suo intento: dare un’iniezione di liquidità alle casse pubbliche, per finanziare gli investimenti diretti nell’economia. Ora ci si chiede se potrà funzionare ancora una volta, in un momento in cui per altre grandi economie globali non si sta riscontrando lo stesso problema di stagnazione.