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L’effetto-Milei sui bonds: rally del 7-10% in una giornata

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Javier Milei è ufficialmente il Presidente Eletto dell’Argentina, e promette di portare con sé un’ondata di ristrutturazioni e riforme per il lato finanziario del paese. Dal momento che la giornata di oggi è festa nazionale in Argentina, non è ancora possibile constatare pienamente l’impatto della notizia su tutti i mercati. Molti dei bond e delle azioni quotate all’estero, però, hanno avuto performance straordinarie in seguito alla vittoria elettorale di Milei. Secondo i dati di MarketAxess, i bond argentini in dollari erano scambiati a 30 centesimi sul dollaro fino alla chiusura delle Borse di venerdì; in seguito alla nomina del candidato più favorevole al mercato libero, il valore dei bond è aumentato tra il 7% e il 10% sulle principali piazze finanziarie internazionali.

Una parte di Wall Street ritiene comunque che sia ancora necessario attendere prima di poter dare il via agli investimenti. JP Morgan ha commentato che il suo rating sull’Argentina rimarrà invariato fino a che il nuovo governo non fornirà indicazioni pratiche sui suoi piani a breve termine; Anders Faergemann, analista in capo per il mercato dei bond presso PineBridge Investments, ha commentato che l’ottimismo potrebbe iniziare a decollare una volta che Milei avrà annunciato i suoi Ministri. Nel frattempo, però, a Wall Street diverse azioni argentine hanno conosciuto dei rally del 20+% in una singola giornata di scambi.

presentazione della notizia sulla risposta del mercato obbligazionario alla vittoria di Milei

I bonds esprimono fiducia, ma con moderazione

Nel suo discorso che ha seguito la vittoria elettorale, Milei non ha parlato di dollarizzazione. Ha preferito appellarsi al senso di unità nazionale e parlare di un nuovo futuro per l’Argentina. Uno dei punti chiave da risolvere riguardo alla dollarizzazione è cosa fare con i bonds che l’Argentina ha emesso in pesos. C’è il dubbio che questi possano essere ripagati con una valuta che non ha più un corso legale, oppure che di fatto ha un valore nominale molto superiore al suo effettivo potere d’acquisto. Negli ultimi anni, quasi soltanto il FMI e la Banca Mondiale hanno comprato bond argentini; non come vera e propria forma d’investimento, ma come supporto per evitare che il paese sprofondasse in una crisi umanitaria ancora peggiore.

Bisogna anche considerare che l’Argentina ha dichiarato bancarotta tre volte nel corso degli ultimi 20 anni, altra cosa che spinge gli investitori a essere prudenti di fronte ai bonos. Malgrado i rialzi di 2-3 centesimi dei bond decennali nel corso della mattinata, le quotazioni rimangono ancora molto al di sotto del valore nominale delle obbligazioni. Ci vorranno anni per confermare la serietà del progetto che è iniziato con la vittoria politica di Milei, perché gli obbligazionisti sono stati scottati molte volte dalla fiducia verso l’Argentina in passato. Una parte di questa fiducia si conquisterà con la dollarizzazione, una parte molto probabilmente con il promesso taglio alla spesa pubblica. Il mercato obbligazionario sta concedendo a Milei il beneficio del dubbio, ma non ancora una piena fiducia.

foto di Buenos Aires

Le attese per il nuovo governo

L’Argentina si trova da anni in una situazione di iperinflazione estremamente grave, che ha trascinato sotto la soglia di povertà 2 persone su 5. Un risultato disastroso, per una nazione che un tempo fu assolutamente in grado di rivaleggiare la crescita economica e le opportunità offerte da Europa e Stati Uniti. Per il momento si è aperta la finestra di transizione, che vedrà Milei e i suoi insediarsi a tutti gli effetti il 10 dicembre.

Il primo grande investitore che sembra pronto a dimostrare la propria fiducia al governo Milei è il Fondo Monetario Internazionale, di cui il principale debitore è proprio l’Argentina. Il Presidente Eletto sostiene di avere già degli accordi preliminari per un piano di prestiti da $44 miliardi, che dovrebbe aiutare il paese a trovare le risorse con cui effettuare la transizione dal peso al dollaro americano. Questa è una delle incognite ancora aperte: il governo ha tutta l’intenzione di cambiare la valuta nazionale, ma per il momento non ha ancora divulgato un piano d’azione concreto.

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