Con l’arrivo delle elezioni in Turchia, la lira turca perde quota sui mercati, toccando un nuovo minimo nella giornata di venerdì. La sorpresa elettorale che ha visto il Presidente attuale Erdogan ottenere risultati così forti nel primo turno ha lasciato di stucco gli investitori. I candidati di questa elezione non rappresentano soltanto una linea politica, ma anche una visione completamente diversa della politica monetaria. Inizialmente le statistiche parlavano del fatto che Erdogan e Kilicdaroglu sarebbero arrivati in un testa-a-testa alla corsa finale delle elezioni, ma i dati effettivamente raccolti ai seggi raccontano una storia diversa.
Erdogan non ha raggiunto la quota di voti necessaria per vincere al primo turno, ma ha comunque staccato nettamente il secondo candidato in corsa. Di conseguenza non sembra probabile che Kilicdaroglu possa uscire vincitore; questo era il candidato visto come più adatto a supportare il valore della lira turca. Questo è il motivo del nuovo record ribassista toccato nella giornata di giovedì dalla lira, arrivata sopra il 20 nel cambio con il dollaro americano.
Pesano i risultati elettorali
Erdogan sta seguendo una politica monetaria fortemente criticata a livello internazionale. In Turchia il tasso di inflazione è molto elevato, ma il Presidente ritiene che la scelta giusta per poterne uscire sia quella di continuare ad avere dei tassi di interesse centrali estremamente bassi. Essenzialmente seguire una politica monetaria espansionista, come quella che hanno praticato fino all’estate del 2022 anche la Federal Reserve e la Banca Centrale Europea. Il governo ha anche creato degli appositi conti di risparmio connessi al valore del dollaro americano, con l’obiettivo di disincentivare la conversione della lira in moneta estera.
Malgrado ciò il tasso di inflazione resta estremamente alto: il 43,68% annuo, in calo rispetto ai picchi del 85% raggiunti qualche mese fa ma comunque alle stelle. Gran parte di questo risultato è stato raggiunto proprio grazie ai nuovi conti che, però, a lungo termine costringeranno la banca centrale ha stampare comunque più moneta. Sembra dunque che il tentativo economico di Erdogan, il quale resta fermo sull’idea di abbassare il tasso di inflazione senza alzare i tassi centrali, non stia funzionando esattamente come previsto.
Kilicdaroglu ottiene meno voti del previsto
Il leader dell’opposizione Kilicdaroglu è stato di gran lunga quello più supportato dagli investitori che speravano in un aumento del valore della lira turca. Questo perché si tratta di un candidato dalla politica economica molto più tradizionale: Kilicdaroglu vorrebbe alzare i tassi per ridurre il tasso di inflazione e mettere un freno serio alla quantità di denaro stampata dalla banca centrale. Sembrava che le difficoltà economiche della popolazione avrebbero spinto molti dei cittadini a votare per Kilicdaroglu, ma nella prima tornata elettorale i risultati sono andati ben peggio delle attese.
Ora che è diventato altamente improbabile il successo elettorale di Kilicdaroglu, il costo di assicurarsi contro il caso di default turco è schizzato alle stelle, insieme al rendimento dei bond nazionali. Erdogan ha collezionato 2.8 milioni di voti contro i 2.5 del leader dell’oppisizione: un risultato che può comunque rivelare una tornata diversa alle elezioni di domenica. Entro lunedì pomeriggio sarà ormai chiaro chi ci sarà alla guida della Turchia, ora che si tratta di una repubblica presidenziale che dà forti poteri al Capo di Stato.