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L’UE può centrare obiettivi eolici 2030: lo dicono i numeri

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Ogni tanto arrivano anche buone notizie sull’avanzamento verso gli obiettivi climatici. In questo caso si parla dell’Unione Europea e più in particolare dell’energia eolica, che torna a far parlare di sé dopo la pubblicazione del report annuale di WindEurope. Nel documento si legge come il 2023 sia stato un anno da record in termini di capacità installata ed energia generata dalle pale eoliche installate nel Vecchio Continente. E per quanto gli obiettivi europei per il 2030 siano ambiziosi, secondo i numeri l’UE è sulla buona strada per raggiungerli. Il tutto con un impatto molto positivo sull’ambiente, ma anche sull’economia: grazie alla crescente importanza dell’energia rinnovabile, i paesi membri sono sempre meno dipendenti dalle importazioni di combustibili fossili.

WindEurope è l’associazione europea che raccoglie tutte le maggiori società del settore. Fondata come European Wind Energy nel 1984, è stata da sempre il punto d’incontro tra le istituzioni europee e le società private del settore eolico. Il report annuale pubblicato da WindEurope è considerata la fonte di dati più completa e attendibile sull’evoluzione del settore, e include una lunga serie di dati che vanno dai costi di produzione per kilowatt fino alle proiezioni per il futuro. La pubblicazione viene rilasciata ogni anno verso la fine di febbraio, in vista dell’incontro annuale previsto per il 20-22 marzo che vedrà la partecipazione anche di diversi ministri dell’energia a livello europeo.

presentazione della notizia su numeri incoraggianti dell'eolico europeo
L’UE vorrebbe produrre il 42,5% della propria energia da fonti rinnovabili entro il 2030

Il 2023 si conferma un anno di record

Se ne parlava già, ma ora arriva una conferma ufficiale: il 2023 è stato un anno estremamente positivo per la generazione di energia eolica in Europa. Malgrado la combinazione poco positiva di tassi d’interesse elevati e alta inflazione, sono stati installati 16.2 gigawatt di capacità: un record storico, con le proiezioni che parlano di un 2024 ancora più ambizioso. Interessante notare anche la ripartizione tra onshore e offshore, con l’80% della capacità installata che riguarda le pale eoliche onshore: malgrado i passi avanti per abbattere i costi d’installazione in mare, si conferma quasi un 70% di differenza nei prezzi di produzione per kilowatt tra i due modelli.

Due risultati particolarmente positivi si sono ottenuti in Spagna e in Germania, dove la capacità installata nel 2023 è stata del 70% superiore a quella installata l’anno precedente. Ora WindEurope prevede che i paesi europei installeranno in media 29 GW di nuova capacità all’anno fino al 2029, arrivando molto vicini a centrare la cifra di 425 GW che il blocco ha fissato come meta per il 2030. Secondo WindEurope si arriverà a 393 GW, che comunque sarebbe un risultato ragguardevole viste le vicissitudini che hanno colpito il settore negli ultimi anni.

foto di pale eoliche onshore
L’industria eolica, secondo WindEurope, produce un PIL di €42 miliardi all’anno in Europa

Migliorano anche i conti dei produttori

Il 2023 è sicuramente stato un anno positivo per la capacità installata in Europa, ma la situazione economica per le società del settore è stata poco felice. Vestas e Orsted hanno dovuto mettere a bilancio minusvalenze miliardarie per causa dei costi di produzione in aumento oltre le attese, arrivando addirittura in alcuni casi a preferire la penale per il recesso dai contratti che procedere con la costruzione. Il caso più eclatante è stato la richiesta di bail-out di Siemens Energy, che ha bussato alla porta del governo tedesco chiedendo oltre €15 miliardi per non chiudere i battenti. Nell’ultimo trimestre dell’anno le cose sono poi migliorate, con Vesta che è riuscita addirittura a chiudere con un profitto i suoi dati del Q4 ’23. Se i tassi d’interesse dovessero cominciare a scendere, per il settore potrebbe aprirsi un periodo molto positivo.

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