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Nuovo studio: i green bonds sono più cari per chi investe

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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I green bonds hanno catturato l’attenzione degli investitori di tutto il mondo nel corso del 2023, soprattutto in Europa: l’Eurozona rimane sede di oltre il 50% delle emissioni di bond legati a obiettivi sostenibili, e il quadro di riferimento europeo è quello più trasparente sul fronte legale. Addirittura, in Olanda, di recente i green bonds sono arrivati su blockchain. In tutto questo, però, è soltanto da pochi anni che i green bonds hanno conosciuto una vera impennata della loro popolarità: per questo motivo non sono ancora disponibili molti dati che li confrontino con altre tipologie di obbligazioni. Grazie a un nuovo studio appena pubblicato, chiamato Green Bonds Pricing in H1 2023, è finalmente disponibile una panoramica sulle differenze di rendimento e nel modo in cui vengono prezzati i green bonds rispetto alle obbligazioni tradizionali.

Questo nuovo studio ha preso in esame 110+ emissioni di green bonds nel corso del primo semestre del 2023, andando a studiare sia il prezzo di collocamento sul mercato primario che il comportamento di questi strumenti sul mercato secondario. L’obiettivo era comprendere se e quando si sarebbe mostrato un greenium, cioè un premio per il prezzo delle obbligazioni sostenibili rispetto a quello delle emissioni classiche. Le scoperte del nuovo studio sono molto interessanti e offrono spunti concreti per comprendere meglio il mercato dei bond sostenibili.

presentazione della notizia su nuovo studio sui green bonds
Lo studio conferma che spesso i green bonds sono più costosi per gli investitori rispetto agli equivalenti non-green

Greenium nel 32% dei casi

Stando ai dati raccolti dallo studio, si è verificato il caso del greenium nel 32% delle emissioni. Significa che quasi una volta su tre, chi ha emesso obbligazioni sostenibili si è trovato di fronte a una domanda molto più alta rispetto alla quantità di obbligazioni disponibili. Il caso più emblematico è stato il primo green bond governativo austriaco del 2022, con €4 miliardi di raccolta prevista e domande ricevute per €25 miliardi. In questo caso, dal momento che la domanda supera l’offerta, l’emittente ha spazio per abbassare il rendimento previsto dallo strumento sapendo che comunque riuscirà a vendere una quantità sufficiente di obbligazioni per poter raggiungere l’obiettivo di raccolta.

Lo studio conclude comunque che il fenomeno del greenium non è costante, e mostra delle differenze importanti sia in base alla regione geografica dell’emittente che in base al fatto di trovarsi di fronte a un emittente governativo o privato. La domanda è stata molto più alta dell’offerta soprattutto per i bond in dollari, per i quali si manifesta un forte appetito da parte del mercato a fronte di un livello di emissioni relativamente scarso da parte degli emittenti. Tanto in Europa quanto negli USA, in ogni caso, il green bond medio ha visto oltre 3 volte più domanda rispetto all’offerta disponibile.

foto di pale eoliche su una spiaggia
I green bonds sono pensati per finanziare progetti sostenibili

Diversi i motivi possibili dietro a questo fenomeno

Il greenium sembra essere fortemente correlato al rischio di credito dell’emittente. Lo studio ha calcolato che in media i green bonds in euro pagano rendimenti del 3,1% inferiori ai loro equivalenti non-green, nel caso in cui si tratti di bond governativi tripla-A. La differenza sale al -21,7% per i bond corporate AA e addirittura al -26,6% nel caso dei bond ritenuti BBB. La differenza è simile negli Stati Uniti per i bond con credit rating peggiori, ma nel caso delle emissioni in dollari si nota una forte disparità anche per i bond più sicuri: i bond del Tesoro americano pagano il 20,5% in più rispetto ai green bonds equivalenti.

Diversi i motivi ipotizzati dallo studio dietro a queste differenze: la domanda di green bonds potrebbe essere più ampia perché questi strumenti aiutano le imprese ad abbassare i loro dati sull’impatto climatico; in alcune giurisdizioni beneficiano di un trattamento fiscale migliore. In altri casi, soprattutto quando si tratta di investitori al dettaglio, talvolta chi investe è semplicemente disposto ad accettare un rendimento inferiore pur di sapere che il suo capitale verrà impiegato in progetti ecologici e sostenibili.

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