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Pakistan e FMI vicini ad accordo per evitare il default

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Continuano le negoziazioni tra il Pakistan e il Fondo Monetario Internazionale: la nazione asiatica si trova vicina al default ormai da tempo, ma si spera che un intervento del FMI possa scongiurare il peggio. Sembra che ora le due parti siano finalmente vicine a un accordo, che prevede impegni reciproci: una gestione più efficiente delle risorse finanziarie da parte del Pakistan e garanzie sulla liquidità da parte del Fondo Monetario Internazionale. Si parla di un’offerta da parte del FMI che potrebbe arrivare a valere lo 0.3% del PIL, sicuramente utile per scongiurare il peggio nel breve termine ma non sufficiente per cambiare le sorti di un paese in gravi difficoltà economiche.

Ci si aspetta che i negoziati procedano spediti dopo che, nel corso di giovedì e venerdì, oltre 40 leader globali si sono riuniti nel Summit di Parigi. Qui si è parlato proprio di un nuovo ruolo per le istituzioni finanziarie internazionali come il FMI e la Banca Mondiale, cercando di aumentare anche il loro impegno verso la concessione di aiuti ai paesi più indebitati. Bisognerà comunque attendere i prossimi giorni per sapere se davvero ci saranno delle novità importanti in questa direzione. Il Pakistan ha bisogno di liquidità il più in fretta possibile, ma il Fondo Monetario sarà difficilmente intenzionato a concederla senza le giuste garanzie.

fondo monetario internazionale e pakistan vicini a un accordo
Il Pakistan deve trovare un accordo per sbloccare un pacchetto di aiuti da $1.1 miliardi messo a disposizione a novembre dal FMI

Richiesti austerity e più tasse

La richiesta principale del Fondo Monetario Internazionale per venire in soccorso al Pakistan è quella di introdurre delle misure di austerity e aumentare i prelievi fiscali sui contribuenti. Nello specifico, il FMI vorrebbe 200 miliardi di PKR in tagli alla spesa pubblica e nuove tasse per un valore complessivo di 100 miliardi di PKR. In passato il Pakistan è stato riluttante a introdurre questo tipo di misure, anche dal momento che la nazione sta attraversando un momento difficile sul fronte politico: le richieste di tagli alla spesa possono scaldare ulteriormente gli animi, portando a nuovi disordini.

Queste misure saranno necessarie per assicurarsi che il Pakistan possa attingere alle risorse messe a disposizione dal Fondo Monetario Internazionale. A Novembre il FMI ha concluso la sua nona revisione del piano EFF, che mette sul tavolo $6.5 miliardi in aiuti alla nazione che si trova ormai pressoché priva di riserve di valuta estera. Il Pakistan deve sbloccare ancora 1.1 miliardi di dollari di questo pacchetto di intervento, ma il FMI è disposto a concedere le risorse solo in caso di interventi strutturali sull’economia. La speranza delle due parti è quello di poter trovare un accordo che aiuti davvero a rilanciare la traballante economia pakistana, concedendo al tempo stesso al Fondo Monetario Internazionale delle buone prospettive di rivedere i soldi prestati al Pakistan.

foto della sede del fondo monetario internazionale
La sede del Fondo Monetario Internazionale a Washington, negli Stati Uniti

Il deficit di bilancio rimane alto

Anche con l’introduzione delle nuove misure richieste dal Fondo Monetario Internazionale, il Pakistan rimane comunque una nazione indebitata, priva di riserve di valuta estera e con un forte deficit di bilancio. Complessivamente si stima che il governo di Islamabad riuscirà a raccogliere ogni anno ricavi per $33 miliardi, ma a fronte di una spesa pubblica di $51 miliardi. Significa che gli oltre $6 miliardi messi a disposizione dal FMI basteranno appena per coprire un terzo delle perdite previste per il prossimo anno, aggiungendo ulteriore pressione ribassista a una valuta già in caduta libera sui mercati internazionali. Si teme anche che l’aggiunta di nuove accise sul petrolio possa rallentare l’economia.

In ogni caso, il tempo per pensare è ormai scaduto: l’offerta del Fondo Monetario Internazionale, proposta a novembre, rimarrà valida soltanto fino al 30 giugno. Per il governo pakistano, la prima priorità in questo momento è evitare il default sul debito. E per evitarlo serve ossigeno: gli $1.1 miliardi che il FMI mette a disposizione potrebbero essere un buon primo passo. Rimarrà comunque una lunga strada da fare prima che il Pakistan possa davvero lasciarsi alle spalle la grave crisi economica che sta colpendo la nazione, nella quale vivono oltre 230 milioni di persone.

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