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Petrolio e gas, la crisi politica russa incide sui prezzi

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Nelle prime ore di negoziazione sul mercato dei futures, in questa settimana di Borsa che si è appena aperta, è emerso l’effetto della crisi politica russa che ha conquistato le prime pagine di tutto il mondo durante il fine settimana. Sia il prezzo del petrolio che quello del gas naturale hanno aperto con un rialzo significativo: sulle Borse asiatiche, entrambe le materie prime hanno registrato un incremento di prezzo vicino al 1,3%. I mercati stanno scontando la possibilità che la produzione russa possa calare nel corso delle prossime settimane, per via di effetti ancora non prevedibili dell’instabilità politica.

I rialzi sono stati più contenuti nelle prime ore di scambi di futures negli Stati Uniti, ma anche in questo caso sia il prezzo del gas che quello del petrolio sono in salita. Apparentemente i mercati non si aspettano conclusioni critiche per il fatto che l’armata di mercenari Wagner, guidata dal comandante Prigozhin, abbia scelto la strada dell’ammutinamento tra la notte di venerdì e la mattina di sabato. La situazione è in gran parte rientrata, per lo meno da quando ai mercenari è stato ordinato dal loro comandante di non procedere oltre con la marcia su Mosca. Allo stesso tempo, i mercati stanno monitorando la situazione e potrebbero oscillare significativamente in base ai risvolti.

presentazione della notizia sugli effetti della crisi politica russa su gas e petrolio
Gas naturale e petrolio scontano gli effetti della situazione politica complicata in Russia

Rischio politico in aumento

Rystad Energy, una delle società più accreditate nel settore della consulenza legata alle materie prime, ha commentato in modo stringato ma semplice i rialzi di prezzo. Si parla semplicemente di un aumento nel rischio politico del paese, senza che ci siano ancora delle proiezioni sulla possibile riduzione di offerta di petrolio e gas naturale. Vale anche la pena di notare che al momento la Russia, essendo soggetta a forti sanzioni internazionali, vende le sue materie prime in sconto rispetto ai prezzi di Borsa a paesi che le sono vicini politicamente come la Cina. Di conseguenza, non è possibile nemmeno tracciare facilmente quali siano attualmente i livelli di estrazione ed esportazione.

Come sempre, i mercati scontano in anticipo i fattori di rischio e le novità che potrebbero avere un impatto sul mercato. Se Prigozhin avesse realmente portato a termine un colpo di Stato, l’incertezza sarebbe stata maggiore e avrebbe portato probabilmente a un rialzo maggiore dei prezzi. Da quando il comandante delle forze armate Wagner ha ordinato alle sue truppe di non marciare su Mosca, la situazione è diventata meno calda per quanto concerne il rischio politico e quello di ingerenze sulla produzione di petrolio in Russia.

foto di una nave che trasporta gas naturale liquido
L’export russo di gas e petrolio, per quanto penalizzato dalle sanzioni, ha un impatto notevole sull’equilibrio di mercato in Europa e in Asia

Dubbi sulla produzione nell’area del Mar Nero

La marcia di Prigozhin e dei suoi uomini su Mosca è partita dall’area di Rostov sul Don, una città vicina al Mar Nero e al confine con l’Ucraina. L’area è nota per la produzione di petrolio, ed è proprio qui che esiste un rischio maggiore di notare dei cali nelle esportazioni. In questa zona rimane un alto livello di allerta e il Cremlino ha ordinato forti misure anti-terrorismo. Per quanto le minacce immediate al regime di Putin siano evaporate con il dietrofront del Gruppo Wagner, nella zona di Rostov è possibile che la produzione sia effettivamente più bassa delle attese nel corso delle prossime settimane.

La portata del Gruppo Wagner, però, va oltre la Russia. Il gruppo ha operazioni, ad esempio, in Libia: uno smantellamento completo del gruppo di mercenari potrebbe avere un forte impatto sugli 1.1 milioni di barili di petrolio che la Libia esporta in media ogni giorno. Stando a Goldman Sachs, negli ultimi 5 anni si sono manifestate più volte interruzioni alla produzione in Libia dovute all’attività del gruppo Wagner. Per il momento il mercato non sta facendo nient’altro che scontare un aumento del rischio politico generalmente associato alle operazioni del gruppo, ma sarà soltanto nel corso dei prossimi giorni che si potrà valutare meglio la situazione.

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