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Rio Tinto, progetto pilota per idrogeno verde in Australia

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Rio Tinto, la seconda società mineraria al mondo per fatturato, ha annunciato nella giornata di mercoledì un nuovo ambizioso piano per entrare nel mercato dell’idrogeno verde. Il colosso dell’estrazione di minerali unirà le forze con la società giapponese Sumitomo, con l’obiettivo di creare una nuova centrale di produzione di idrogeno verde. Questa centrale, una volta completata, dovrebbe riuscire ad abbassare drasticamente l’impatto ambientale della miniera di alluminio di Yarwun, in Australia. Il gas sarà prodotto sfruttando l’energia utilizzata già in altri processi necessari proprio per la lavorazione del minerale di alluminio. Entrambe le aziende parlano di un progetto unico nel suo genere.

Essendo coinvolta in uno dei settori più inquinanti in assoluto, Rio Tinto sta cercando da anni di abbassare le emissioni inquinanti del proprio business. Per la miniera di Yarwun è stato stanziato un budget di 111 milioni di dollari australiani, che andranno a finanziare un progetto pluriennale per la riduzione delle emissioni inquinanti. Il programma legato allo sviluppo di questo nuovo progetto per l’idrogeno verde è stato ritenuto così innovativo da ricevere un finanziamento da 32 milioni di dollari australiani dall’Australian Renewable Energy Agency (ARENA).

presentazione della notizia sull'impianto di Rio Tinto per idrogeno verde
Sumitomo Corporation è una società del Fortune 500. Si tratta di un conglomerato industriale diversificato con operazioni anche nel campo delle rinnovabili e dell’idrogeno

3.000 tonnellate di CO2 in meno

L’impatto del nuovo progetto legato all’idrogeno verde di Rio Tinto è impressionante: si parla di 3.000 tonnellate di anidride carbonica in meno prodotte ogni anno dalla miniera di Yarwun. In particolare, le operazioni aiuteranno a ridurre le emissioni legate al processo di calcificazione. Questo processo è fondamentale nella filiera della lavorazione dell’alluminio, per poter passare dal minerale grezzo a un risultato più vicino al prodotto finale.

L’impianto dovrebbe essere in grado di produrre 2.5 MW di energia in idrogeno verde ogni anno. Il progetto prevede anche di riconvertire uno dei forni usati per la calcificazione, di modo che questo possa operare -quanto l’idrogeno è disponibile- con questo tipo di combustibile. La progettazione è già completata, ma per l’inizio dei lavori bisognerà attendere il 2024; ci si aspetta che l’impianto possa già entrare in funzione nel 2025.

Con questa novità si abbassa sensibilmente la quantità di emissioni dell’intero processo di estrazione. Per avere un’idea di quanto questa nuova tecnologia potrebbe essere impattante, nel caso in cui l’intero impianto operasse soltanto con idrogeno verde, sarebbero risparmiate ogni anno 500.000 tonnellate di emissioni inquinanti di CO2 e altre sostanze. Questa cifra è equivalente alla rimozione di 109.000 automobili con motore a combustione dalle strade. Il progetto è senza dubbio ambizioso, e potrebbe fare scuola ad altri impianti che potrebbero adottare la stessa soluzione nel corso del tempo.

foto di un serbatoio di idrogeno verde
Attualmente è previsto che l’idrogeno verde sia impiegato solo per alimentare parzialmente uno dei quattro forni di calcificazione dell’impianto di Rio Tinto

Una tecnologia pionieristica per l’idrogeno verde

L’alluminio utilizzato nei processi industriali è il risultato di un lungo processo di trasformazione che comincia con un minerale chiamato bauxite. Dalla bauxite si ricava l’allumina idrata, che ha l’aspetto di polvere o granuli. Il passaggio successivo prevede di calcinare l’allumina idrata, cioè di chiuderla in un forno dove la temperatura può raggiungere i 1.200 °C. Questo processo richiede una grandissima quantità di energia, e provoca il rilascio di acqua da parte dell’allumina. Dopodiché il forno viene fatto raffreddare fino a temperatura ambiente, e il risultato che si ottiene è l’allumina anidra. Da questa si possono poi ottenere l’alluminio metallico, ceramiche, catalizzatori e altri prodotti.

Il progetto di Rio Tinto prevede di utilizzare un elettrolizzatore da 2.5 MW per produrre idrogeno verde, che poi verrà fornito come energia al forno per la calcificazione. Questa è la prima volta in cui si testa la capacità di questo gas di sostituire il gas naturale o altre fonti di energia nel processo di calcificazione dell’allumina idrata. Considerando l’impatto ambientale estremamente significativo di questo processo, renderlo più sostenibile e meno inquinante è una delle missioni che possono contribuire di più a decarbonizzare l’industria dell’alluminio. Il nuovo impianto per la produzione di idrogeno verde sarà installato a Gladstone, in prossimità di Yarwun, e servirà come pilota potenzialmente anche per altri processi industriali che richiedono l’attivazione di forni a temperature estremamente elevate.

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