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Scienziati cinesi sviluppano un’AI in grado di localizzare i punti migliori per installare i pannelli solari

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Un team di ricercatori cinesi ha sviluppato una nuova forma di AI in grado di indicare quali siano i punti migliori per installare i pannelli fotovoltaici a doppia faccia su cui il paese sta investendo per la sua transizione energetica. Questo sistema di intelligenza artificiale sfrutta i dati sul clima e sulla radiazione solare, provenienti principalmente dai satelliti e dalle stazioni meteorologiche. Secondo quanto divulgato alla stampa, questo sistema potrebbe anche essere utilizzato in altre aree del mondo istantaneamente, senza aver bisogno di allenare il modello sui dati specifici delle altre località. Attualmente l’energia solare rappresenta appena il 5% del mix energetico cinese, ma considerando che la Cina è il maggior produttore al mondo di questi prodotti, Pechino vorrebbe puntare su questa tecnologia per dare impulso alla sua transizione energetica.

I risultati del modello indicano che due punti in particolare, il deserto del Taklamakan e l’altipiano del Tibet, sarebbero ideali per l’installazione di pannelli fotovoltaici a doppia faccia. Il modello attualmente è impiegato solo per capire dove installare i pannelli, ma sembra non tenere conto di elementi come il fabbisogno locale di energia. Considerando che il trasporto su lunghe distanze della corrente elettrica è molto poco efficiente, produrre energia solare nel mezzo del deserto potrebbe finire per annullare i vantaggi della location. In ogni caso il modello sta dando prova di poter essere un valido aiuto, soprattutto nel decidere dove piazzare questi pannelli di nuova generazione.

presentazione della notizia su nuova AI per i pannelli fotovoltaici in Cina
In Italia, l’AI è già stata usata in ambito di ricerca per scoprire nuovi materiali da impiegare nei pannelli

Si punta sui pannelli a due facce

La Cina sta scommettendo molto sui pannelli a due facce, che hanno un solo pilastro ma sono in grado di produrre energia sia dal fronte che dal retro. Il fronte serve principalmente per intercettare la radiazione diretta che proviene dal sole, mentre il retro serve a intercettare la radiazione atmosferica indiretta. Essenzialmente, i raggi di luce che si riflettono sulle nuvole, sui vari oggetti e che vengono deviati dall’atmosfera. Catturando la luce da entrambi i lati del pannello, gli scienziati cinesi sono convinti che si possa produrre più energia e in maniera più efficiente. Malgrado questi pannelli siano più costosi, dunque, la differenza di prezzo sarebbe giustificata dalla maggior produzione di energia.

Al tempo stesso è molto difficile misurare la radiazione atmosferica in modo diretto: in tutto il territorio cinese ci sono appena 15 stazioni, per cui è molto utile utilizzare l’intelligenza artificiale per coprire la mancanza di dati diretti. Dopo aver eseguito le prime rilevazioni attraverso l’AI, i misuratori diretti della radiazione atmosferica sono stati poi utilizzati per verificare i risultati del modello. In questo modo è già stato verificato che la nuova intelligenza artificiale è in grado di fornire dati accurati, soprattutto nei due luoghi che sono stati indicati come i migliori candidati possibile per utilizzare i pannelli a doppia faccia. Si tratta del secondo grande esperimento cinese in pochi mesi, cosa che dimostra come Pechino sia molto interessata allo sviluppo tecnologico dell’energia fotovoltaica.

foto di un campo di pannelli fotovoltaici
Attualmente la maggior parte dei pannelli in commercio produce energia solo da un lato

Anche nel Regno Unito cresce l’interesse

Proprio questa settimana, l’Università del Surrey in Inghilterra ha pubblicato una ricerca che mostra grandi risultati legati ai pannelli a doppia faccia. La ricerca ha dimostrato che la parte posteriore del pannello è stata in grado di produrre il 97% dell’energia prodotta dalla parte anteriore, grazie a una nuova tecnologia che cambia il modo in cui sono stati installati i componenti all’interno del pannello. Questo significa che si potrebbe addirittura raddoppiare l’energia prodotta a parità di superficie, ma con un contro importante: come per tutti i pannelli a doppia faccia è necessaria una manutenzione annuale, che aumenta i costi operativi. L’obiettivo sarebbe quello di abbassare i costi di produzione, in modo da chiudere il gap con i pannelli a faccia singola e potenzialmente portare a una nuova fase nel mercato mondiale dei pannelli fotovoltaici.

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