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SVB, giganti in prima fila per comprare gli asset utili

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Apollo, Blackstone e KKR starebbero pensando ad acquisire alcuni asset della defunta Silicon Valley Bank, ufficialmente passata nelle mani dei gestori fallimentari il 10 marzo scorso. La vendita degli attivi della banca è una delle fasi essenziali per riuscire a ottenere liquidità e ripagare la FDIC, che nel frattempo ha fornito la sua per evitare il collasso delle imprese clienti di SVB.

I tre investitori istituzionali che hanno mostrato interesse hanno una lunga storia di acquisizioni, specie in seguito alle crisi bancarie. Blackstone, ad esempio, è una delle aziende che sono uscite più rinforzate dal collasso finanziario del 2008. Né Apollo, né Blackstone né KKR hanno commentato ufficialmente sulle voci, che sono state riferite alla stampa statunitense da persone familiari con la materia.

Anche se Silicon Valley Bank non è riuscita a far fronte alle richieste di prelievo, era una banca importante con una notevole quantità di asset produttivi in portafoglio: investimenti in startup, prestiti, mutui e gestione dei portafogli d’investimento di persone ad alto patrimonio. Non sorprenderebbe che le banche di maggiori dimensioni volessero acquisire alcuni di questi asset. Per il management nominato dallo Stato della California, in ogni caso, gli attivi dovranno comunque essere ceduti per recuperare il più possibile la liquidità dagli asset bancari.

presentazione della notizia secondo cui grandi investitori istituzionali sono interessati a comprare gli asset di Silicon Valley Bank
La banca ha attivi solidi nel suo portafoglio di mutui e obbligazioni

Gli asset di SVB che fanno gola ai potenziali acquirenti

Una delle ragioni principali che hanno portato al tracollo di Silicon Valley Bank era la composizione del portafoglio di investimenti effettuati con le riserve dei correntisti. Con oltre 110 miliardi di dollari investiti in bond governativi a lungo termine e obbligazioni garantite sui mutui, comprati quando i tassi erano rasenti allo zero, SVB ha registrato perdite per oltre 2 miliardi quando si è trovata a liquidare parte di questo portafoglio. Dal momento che si tratta di obbligazioni scambiate sui mercati regolamentati, è probabile che vengano semplicemente cedute a prezzo di mercato.

A fare gola ai potenziali acquirenti sono invece soprattutto prestiti e mutui, anche considerando l’interessante tipo di cliente a cui SVB si rivolgeva: startup, fondi di venture capital e miliardari del settore tech, con prodotti sofisticati che possono facilmente finire nel portafoglio di un gigante come Blackstone o Apollo. Ci sono circa 150 miliardi di dollari che non sono investiti in bond a lungo termine e che probabilmente finiranno nel mirino dei colossi del settore.

foto della sede di Silicon Valley Bank vista dall'esterno
Tra i clienti di Silicon Valley Bank figurano grandi colossi tech e individui ad altissimo patrimonio

Perché SVB è un target interessante?

Stando alle informazioni disponibili, il collasso di Silicon Valley Bank è stato dovuto esclusivamente all’aumento delle richieste di prelievo e alla necessità di vendere in perdita una parte dei bond in portafoglio. Questo significa che la parte più interessante del suo portafoglio per un potenziale acquirente, cioè il portafoglio di mutui e prestiti, non ha contribuito al fallimento della banca.

Il portafoglio di prestiti pare solido, senza problemi di eccessivi crediti in sofferenza, quindi un buon target per un’acquisizione. Considerando che si tratta dell’acquisizione di una banca insolvente, gli acquirenti potrebbero arrivare ad acquisirli per una cifra inferiore al loro valore reale. Dipenderà anche dalla concorrenza per l’acquisizione di questi attivi, su cui al momento nessuno sembra disposto a commentare.

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