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Svezia, banca centrale prepara rialzo dei tassi ad aprile

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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La banca centrale svedese, nella giornata di domenica, ha commentato sulla politica monetaria lasciando pochi dubbi: ci si prepara a un nuovo aumento dei tassi ad aprile, dal momento che l’inflazione continua a non essere sotto controllo. Le parole del governatore Erik Thedeen sono state chiare e precise. Le previsioni della banca centrale rimangono le stesse: ci si aspetta che a breve il tasso di inflazione cominci a calare in modo significativo. Dall’altra parte, lo stesso governatore riconosce che questa previsione è rimasta essenzialmente la stessa da un anno, senza successo.

Dopo aver avuto alcune incertezze sull’aumento dei tassi, la Riksbank torna a fornire idee precise sulla continuazione della sua politica economica. Il tasso di inflazione è ancora troppo alto e non sta seguendo la curva che la banca centrale aveva immaginato. Ad aprile ci si aspetta, dunque, che i tassi continuino ad aumentare; Thedeen non ha comunque voluto lasciare delle indicazioni sull’entità del rialzo, che potrebbe essere di 25 punti base o di 50 punti base. Al momento i tassi centrali in Svezia sono fissati al 3,00%, mentre erano a zero appena un anno fa. La curva di aumento sta seguendo da vicino quella della BCE.

presentazione della notizia secondo cui la banca centrale svedese ha dichiarato che i tassi continueranno ad aumentare
La Svezia sta attraversando un periodo di alta inflazione unita a prezzi delle case in rapido calo

Inflazione e immobiliare: duro dubbio da gestire

Uno dei motivi per cui il mese scorso ci furono dubbi sugli aumenti dei tassi di interesse riguarda la necessità di salvare il settore immobiliare, che in Svezia sta andando particolarmente male. Proprio due settimane fa, una società controllata di Blackrock ha dovuto dichiarare default sul pagamento di 500 milioni di dollari in obbligazioni. I listini immobiliari hanno subito un calo superiore al 10% rispetto al picco e stanno continuando a contrarsi. Questo è uno degli effetti tipici dei tassi di interesse in rialzo.

Per una nazione come la Svezia, in cui i mutui a tasso variabile sono in netta maggioranza rispetto ai mutui a tasso fisso, i rialzi dei tassi si fanno sentire decisamente di più. Malgrado l’economia svedese sia stata storicamente una delle più solide a livello europeo, questo ciclo di tassi in rialzo sta impattando i cittadini più di quanto ci si aspettasse. Mentre i mutui diventano più cari e le aziende richiedono meno credito, l’inflazione continua comunque a essere alta. Per questo motivo, la banca centrale ha in realtà poche scelte se non quella di continuare ad aumentare i tassi.

Le ultime rilevazioni sull’inflazione vedono un tasso del 9,4% su base annua, mentre la Riksbank continua ad auspicare in un target del 2%. Il prossimo meeting sulla politica monetaria è previsto per il 26 aprile.

Grafico dell'andamento dei tassi di interesse centrali in Svezia negli ultimi cinque anni
Grafico dell’andamento dei tassi di interesse centrali in Svezia negli ultimi cinque anni

Preoccupazioni per la tenuta delle banche

Il tasso di inflazione in aumento e la crisi immobiliare svedese si uniscono alla paura generale per la tenuta del sistema bancario. C’è già stato un caso importante di “spillover” tra i fatti avvenuti negli Stati Uniti e la Svezia: riguarda Alecta, una società svedese che gestisce fondi pensione e conta su 2.4 milioni di clienti per una raccolta complessiva di circa 105 miliardi di euro. La banca aveva investito circa 250 milioni di euro in Signature Bank e circa 750 milioni di euro in Silicon Valley Bank, le due banche fallite due settimane fa.

Bisognerà attendere la reazione dei clienti e scoprire se questi decideranno di prelevare i loro fondi sulla scia di questi timori, potenzialmente causando una crisi di liquidità bancaria come quella attraversata da Credit Suisse e dalle banche regionali negli Stati Uniti. Nel frattempo, oltre oceano i prestiti bancari d’emergenza continuano a rimanere alti, trasmettendo un certo senso di preoccupazione anche agli investitori europei.

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