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UK, addio ai “progetti zombie” per l’energia rinnovabile

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Il Regolatore dell’Energia del Regno Unito ha annunciato nuove regole per la priorità nella connessione alla rete energetica. L’intento di questo cambiamento è quello di eliminare i progetti “zombie” che sono rimasti inattivi per anni, per dare la precedenza a nuovi progetti più efficaci. Secondo le misure appena annunciate, i progetti che non mostrano significativi avanzamenti verranno rimossi dalla lista d’attesa per la connessione alla rete centrale. La decisione mira ad accelerare il processo per la decarbonizzazione completa del settore energetico inglese entro il 2035. Per raggiungere questo obiettivo è necessaria sia l’implementazione di un numero maggiore di impianti di energia rinnovabile, sia la capacità di connetterli alla rete di distribuzione in un tempo ragionevole.

Il trasporto dell’energia gioca un ruolo centrale nella transizione climatica. Installare nuovi pannelli fotovoltaici e realizzare nuovi campi eolici è del tutto inutile se questi progetti non hanno un allacciamento con la rete elettrica nazionale. Con oltre 400 GW di progetti in attesa, attualmente il vero collo di bottiglia inglese non è la produzione di energia quanto la sua distribuzione.

presentazione della notizia su riforma del comparto energetico in UK

Fuori i “progetti zombie”, dentro i progetti efficienti

Il vecchio sistema energetico del Regno Unito operava con un approccio “chi prima arriva, meglio alloggia” nel processo di connessione alla rete elettrica. In questo sistema i progetti interessati a collegarsi alla rete venivano processati in base all’ordine di arrivo, portando a lunghe liste d’attesa. Nel corso degli anni si è formata una lista d’attesa congestionata, con molti “progetti zombie” che causavano significativi ritardi nella connessione dei progetti più seri. Curiosamente, in alcuni casi, questi ritardi sono durati fino a 15 anni.

La nuova decisione, annunciata dal regolatore energetico del Regno Unito Ofgem, rappresenta un cambiamento significativo di questo vecchio paradigma. Ora i progetti che non si attengono a specifiche linee guida sulle tempistiche di avanzamento dei lavori verranno rimossi dalla lista d’attesa, dando priorità ai progetti realizzabili e accelerando la loro integrazione nella rete elettrica. Questo nuovo approccio mira a eliminare i ritardi inutili, fornendo un modo più efficiente e veloce per collegare impianti di energia rinnovabile. L’obiettivo del Regno Unito prevede di raggiungere il traguardo di 50 GW di capacità eolica offshore entro il 2030 e fino a 70 GW di energia solare entro il 2035, e per realizzarlo è assolutamente necessario insistere anche sulla rete di distribuzione.

foto di una centrale di distribuzione locale dell'energia elettrica

Maggiori investimenti nella rete di trasporto

La National Grid, l’azienda responsabile per la gestione della rete elettrica nel Regno Unito e negli Stati Uniti, ha annunciato alcuni giorni fa che ha aumentato i suoi piani di investimento a 42 miliardi di sterline fino al 2026. Questi fondi sono destinati al miglioramento dell’infrastruttura elettrica, inclusa l’espansione e la modernizzazione delle reti di trasmissione per facilitare la connessione di progetti di energia pulita. L’investimento comprende una serie di iniziative per ottimizzare il trasporto efficiente di energia rinnovabile, contribuendo così agli sforzi del Regno Unito per raggiungere i suoi obiettivi climatici, mentre spinge la transizione verso un mix energetico più sostenibile.

Si ritiene che la decisione di Ofgem di riformare il sistema sia stata spinta anche dalla pressione esercitata dal CEO della National Grid, che, annunciando i piani di investimento dell’azienda, ha lamentato il bisogno di una “riforma fondamentale” nel sistema di gestione delle liste d’attesa.

Il problema non riguarda esclusivamente il Regno Unito: anche gli Stati Uniti hanno recentemente approvato un piano per aumentare gli investimenti nella rete di distribuzione elettrica; poche settimane fa, un report a livello europeo ha evidenziato le forti lacune da colmare per poter avanzare con la transizione energetica al ritmo che l’UE desidera. Spesso non si considera come le auto elettriche, l’idrogeno verde e tutte le altre innovazioni che stanno nascendo per sostituire i combustibili fossili abbiano bisogno di un forte sostegno dal comparto delle utilities. Oggi il Regno Unito ha fatto un nuovo passo nella direzione del rafforzamento della rete di distribuzione, ma la strada è ancora lunga.

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