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USA, $2.5 miliardi in 5 anni per ricarica auto elettriche

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Il governo federale americano invierà $2.5 miliardi ai singoli Stati nel corso dei prossimi 5 anni, con l’obiettivo di aumentare le stazioni di ricarica per le auto elettriche. I fondi potranno essere spesi anche per infrastrutture dedicate al rifornimento di veicoli a idrogeno e gas naturale. L’obiettivo è favorire l’aumento delle vendite di veicoli a basse emissioni, rendendo più facile incontrare lungo il proprio percorso delle stazioni di ricarica dedicate.

Ogni Stato avrà il compito di massimizzare l’impiego di questi fondi, secondo quanto ritiene più necessario per le proprie esigenze. Il Presidente Joe Biden ha l’obiettivo di installare 500.000 stazioni di ricarica per le auto elettriche entro la fine del decennio, e questo nuovo provvedimento potrà sicuramente aiutare a rendere la nazione più vicina al risultato sperato. Stando ai report delle principali aziende del settore, in media costa 2-3.000$ costruire una nuova centralina di ricarica: con 2,5 miliardi di dollari, la rete di distribuzione negli USA potrà andare incontro a una rapida espansione.

presentazione della notizia secondo cui negli Stati Uniti è stato approvato un nuovo programma di 2.5 miliardi per la ricarica degli EV
La transizione energetica rimane una delle priorità dell’amministrazione Biden

Prosegue l’obiettivo dell’elettrificazione

Già lo scorso anno, l’amministrazione Biden aveva approvato lo stanziamento di 1.5 miliardi di dollari per le infrastrutture dedicate alle auto elettriche. In questo caso, gli Stati che intendono usufruire di questi fondi dovranno presentare una domanda. La prima scadenza è prevista per il 30 maggio, quando verranno chiuse le richieste per l’ottenimento dei primi 700 milioni di dollari stanziati per i due anni iniziali del programma. I piani di ogni singolo Stato dovranno poi essere approvati dalla Federal Highway Administration e dal Dipartimento dei Trasporti. I fondi dello scorso anno sono invece stati distribuiti in automatico, in base alla popolazione e ai chilometri di strade di ogni Stato.

Questa mossa segue da vicino un piccolo avvenimento importante del mese scorso, quando l’amministrazione ha provveduto a dichiarare i suoi standard ufficiali per le centraline di ricarica. Il governo Biden ha fatto dell’impegno ambientale uno dei suoi punti elettorali più importanti, per cui non è una sorpresa che le risorse federali vengano impiegate anche per la costruzione di nuove stazioni di ricarica. Sarà interessante osservare quanto gli Stati daranno importanza anche alla ricarica di veicoli a idrogeno, che non possono essere ricaricati a casa come le auto elettriche.

foto di un'auto elettrica in ricarica
Secondo S&P Global Media, le stazioni di ricarica per le auto elettriche saranno quasi 2.5 milioni negli Stati Uniti entro il 2030

Il dilemma tra pubblico e privato

Molte società private come Tesla, Xcel Energy e ChargePoint hanno fatto delle stazioni di ricarica il loro modello di business. Anche se la maggior parte delle startup nel settore stanno ancora operando in perdita, rimane comunque un settore in forte espansione. L’amministrazione Trump ha lasciato l’iniziativa soprattutto alle imprese private, mentre quella Biden ha puntato su investimenti pubblici per l’aumento della reperibilità delle stazioni di ricarica.

Non è chiaro se gli Stati lasceranno che questi fondi vengano diretti alle società private o se si incaricheranno di gestire attraverso delle controllate pubbliche questi investimenti. Intorno al mondo si vedono soluzioni diverse da questo punto di vista: l’iniziativa privata punta soprattutto ad aree ad alta concentrazione, come i parcheggi dei centri commerciali, mentre gli investimenti pubblici possono andare a ricoprire le zone scoperte dove il potenziale economico è più basso.

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