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Valute digitali entro il 2030 per 24 banche centrali

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Written by Stefano Mancuso
Conclusi gli studi con un doppio master in Relazioni Internazionali presso l'Università di Torino e la Tongji University di Shanghai, ho intrapreso un'esperienza professionale in Portogallo nel settore della gestione dei social media per le imprese. La mia collaborazione con Tradingonline.com ha rappresentato l'incontro perfetto tra il mio interesse per l'economia verde e la gestione delle materie prime su scala globale, allineandosi inoltre al mio approccio di vita come nomade digitale.
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Si prevede che circa due dozzine di banche centrali nelle economie emergenti e avanzate avranno valute digitali in circolazione entro la fine di questo decennio. Questa è la previsione condivisa in un sondaggio pubblicato questa settimana dalla Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI). 

Le banche centrali di tutto il mondo hanno studiato e lavorato su versioni digitali delle loro valute. Il principale obiettivo dell’iniziativa è quello di evitare di lasciare i pagamenti digitali soltanto nelle mani del settore privato in mezzo a un declino accelerato del contante. Alcuni stanno anche esaminando le versioni all’ingrosso per le transazioni tra istituti finanziari.

Secondo la BRI si prevede che 24 banche centrali in più avranno a disposizione valuta digitale entro il 2030
Secondo la BRI si prevede che 24 banche centrali in più avranno a disposizione valuta digitale entro il 2030

La diffusione delle valute digitali tra le banche centrali

La maggior parte delle nuove valute digitali della banca centrale (Central Bank Digital Currency, CBDC) emergerà nello spazio di vendita al dettaglio. La BRI ha rivelato nel suo sondaggio condotto alla fine del 2022 su 86 banche centrali, che ci sono altri istituti di credito nazionali interessati a procedere in questa direzione. Infatti, undici banche centrali potrebbero unirsi alle Bahamas, nei Caraibi orientali, in Giamaica e in Nigeria dove vengono già gestite valute digitali al dettaglio dal vivo.

Sul lato all’ingrosso, che in futuro potrebbe consentire alle istituzioni finanziarie di accedere a nuove funzionalità grazie alla tokenizzazione, nove banche centrali potrebbero lanciare CBDC. Secondo quanto ha affermato dagli autori del rapporto che collaborano con la BRI, il miglioramento dei pagamenti transfrontalieri è uno dei fattori chiave del lavoro delle banche centrali sulle CBDC all’ingrosso.

La Banca Nazionale Svizzera ha dichiarato alla fine di giugno che emetterà un CBDC all’ingrosso sulla borsa digitale svizzera come parte di un progetto pilota, mentre la Banca Centrale Europea è sulla buona strada per iniziare il suo progetto pilota sull’Euro digitale prima di un possibile lancio nel 2028. Ci sono anche dei test pilota in Cina che già raggiungono 260 milioni di persone. Ma non solo, altre due grandi economie emergenti, come India e Brasile, prevedono di lanciare valute digitali già dal prossimo anno.

La BRI ha anche affermato nel suo sondaggio che la quota di banche centrali impegnate in qualche forma di CBDC è salita al 93%, con il 60% che afferma che l’emergere di stablecoin e altri cripto-asset ha accelerato il loro lavoro. Durante gli ultimi 18 mesi si è assistito a diverse turbolenze nel mercato delle criptovalute. Un esempio di questo andamento è il fallimento di TerraUSD a maggio del 2022, una stablecoin non supportata. Ma anche, più di recente,  il crollo dell’exchange di criptovalute FTX a novembre 2022 e il fallimento di banche come Silicon Valley Bank e Signature Bank, che servivano fornitori di criptovalute.

Sebbene questi sviluppi non abbiano avuto un impatto importante sui mercati finanziari tradizionali, hanno portato a svendite di più criptovalute. Quasi il 40% degli intervistati per realizzare il sondaggio ha indicato che la propria banca centrale o altre istituzioni nella loro giurisdizione hanno recentemente condotto uno studio sull’utilizzo di stablecoin e altri cripto-asset tra i consumatori o le imprese.

La BRI ha affermato che la quota di banche centrali impegnate in qualche forma di CBDC è salita al 93%
La BRI ha affermato che la quota di banche centrali impegnate in qualche forma di CBDC è salita al 93%

Le funzioni svolte dalla Banca dei Regolamenti Internazionali

La Banca dei Regolamenti Internazionali è un’organizzazione con sede a Basilea, in Svizzera. L’istituto promuove la cooperazione in campo monetario e finanziario e svolge funzioni da banca e da forum per le banche centrali dei vari paesi. Fondata nel 1930, rappresenta l’istituzione finanziaria più antica a livello internazionale.

In un contesto internazionale che presenta sempre più sfide e cambiamenti, risulta importante la sua funzione di forum fornendo pubblicamente informazioni utili agli investitori. In questo caso il suo studio si è concentrato sulla mutevole evoluzione delle valute digitali e la sua futura regolamentazione. Dal sondaggio e dagli andamenti dei mercati, risulta sempre più evidente la necessità di una regolamentazione delle valute nazionali che vada oltre la classica funzione di stampa di denaro contante. Come risulta dal recente sondaggio, l’utilizzo del denaro contante sta progressivamente diminuendo e, di conseguenza, le valute digitali diventano un nodo su cui le banche centrali di tutti i paesi sono tenute a porre la propria attenzione. 

Nel rapporto pubblicato dalla BRI questa settimana viene messa in evidenza la cautela verso la diffusione delle criptovalute e altre tipologie di moneta digitale. L’istituto di credito con sede in Svizzera ha infatti affermato che, anche se ampiamente utilizzate per i pagamenti, le criptovalute (comprendendo le stablecoin) possono costituire una minaccia per la stabilità finanziaria a livello nazionale e internazionale.

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