Investimenti
Perché la parità Euro Dollaro è a un passo: investitori si preparano al sorpasso di USD?
Il tema del momento è la coppia EUR/USD, che incrocia tutti i grandi problemi delle economie mondiali.
Il tema del momento, nel mondo del Forex così come più in generale quello dei mercati finanziari è – e probabilmente rimarrà per tutto il 2025 – quello di EUR/USD. Nella coppia che fa registrare da sempre i volumi più alti si trovano infatti tutti i grandi temi dei quali si è dibattuto, si dibatte e si dibatterà. Inflazione, forza delle relative economie, tagli ai tassi e tassi di interesse neutrali: non c’è un solo tema che non abbia come termometro lo scambio EUR/USD. Uno scambio che è al centro dell’interesse di tutti gli investitori e sul quale oggi abbiamo qualche elemento in più per discutere.
Dall’economia USA che appare forte come non mai, passando invece per le difficoltà dell’Europa, mai chiare come oggi – e che si intersecano anche con difficoltà sul piano politico. A poco più di una settimana dal giuramento di Donald Trump – si può fare un punto della situazione interessante e che possa effettivamente indirizzare qualche decisione futura.
BCE: inflazione scenderà, rischi sono altri
Il tema della giornata arriva da BCE. Il re è così nudo che non c’è neanche la possibilità di indorare la pillola: oggi la principale preoccupazione per chi si occupa di politica monetaria non è l’inflazione, almeno in Europa, ma la tenuta dell’economia.
Non è esattamente una situazione nuova e non è qualcosa di sorprendente: BCE sta andando – per la prima volta nella sua storia, per fatti propri e continuerà a tagliare anche se Federal Reserve dovesse prendersi una pausa.
Rimane la grande incognita del tasso di interesse neutrale, un’incognita che nessuno tra gli analisti, tra i quant e tra i professori ai quali possono appoggiarsi le banche centrali può risolvere. Motivo per il quale il timore principale, tanto a Francoforte quanto a Washington, è che anche questa volta si possa arrivare in ritardo.
Una situazione radicalmente diversa a Washington?
Dipende dai punti di vista. Il report del FOMC di settembre, il trimestrale che indica anche i famigerati dot plot cantava una canzone molto diversa da quello di dicembre. Anche lì, soltanto 3 mesi fa, la principale preoccupazione era nella possibile recessione e non nell’inflazione. Sono bastati tre mesi di dati incerti per riportare l’ago della bilancia della preoccupazione sull’inflazione – e non sulla recessione.
- Lavoro
Il mercato è ancora solido, per quanto l’ultima lettura abbia riportato una creazione di posti di lavoro nuovi mai così bassa da agosto. È necessariamente un problema? Forse no. Certi dati non solo sono volubili sul breve, ma sono anche difficili da misurare correttamente, tant’è che si interviene poi per correggerli. Sta di fatto che il terrore recessione no sembrerebbe essere nello spartito dei dati che arrivano dal mercato del lavoro. Venerdì alle 14:30 ci sarà il dato sulla disoccupazione, ma nessuno si aspetta grandi novità.
- Economia
Il dato sul PIL USA arriverà a fine mese. Sarà un dato sorprendente? La possibilità è maggiore, ma nessuno crede che nell’anno della luna di miele presidenziale possano arrivare grosse sorprese.
C’è da dire che la politica economica di Trump potrebbe essere di grande rottura, con effetti incerti almeno sul breve e brevissimo periodo.
- E il dollaro allora?
Sta risentendo sia di fondamentali buoni (vedi sopra), sia della promessa di Trump di tutelarne valore e primato a livello globale. EUR/USD sotto la parità non è più un miraggio, per quanto spesso tra promesse elettorali e scelte politiche effettive ci sia un mare più grande di quello tra il dire e il fare.