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Aerei e auto a rischio. Pesano carburanti, sindacati, inflazione

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Petrolio e carburanti raffinati al centro della discussione degli analisti. Mentre i futures sul greggio rimangono sopra i 90$ (e gli outlook puntano in direzione 100$), in diversi settori lamentano possibili peggioramenti del quadro finanziario dovuto proprio alle problematiche di questo comparto. A guidare le lamentele le società di trasporti aerei e di logistica, che indicano nel prezzo attuale e atteso dei carburanti eventuali riduzioni nei margini.

A contribuire inoltre ad una situazione già complessa sul fronte carburanti, l’altra voce di spesa principale per le società del comparto: il costo del personale, che esce aumentato da una stagione di nuovi accordi contrattuali almeno negli Stati Uniti. Outlook in peggioramento per tutti o quasi i grandi gruppi del settore del trasporto aereo, a partire da Delta Airlines e a cascata su altre realtà come American Airlines, Alaska Airlines e anche Southwest Airlines, con la situazione che presto potrebbe deteriorarsi anche per altre compagnie. E anche in Europa.

Difficoltà settore auto e areo
Situazione difficile per i comparti

Greggio e carburanti raffinati al centro delle analisi

I rincari nel settore carburanti – su di quasi il 40% per i vettori aerei negli ultimi due mesi – saranno responsabili di dati economici poco entusiasmanti per il trimestre in corso. È questo l’allarme che arriva dagli Stati Uniti e che potrebbe raccontare una situazione che presto si trasferirà anche sui vettori europei.

Earnings già tagliati per Delta – per la seconda volta consecutiva – segno che l’allarme per il settore è più che concreto e che ci sarà da trovare un nuovo equilibrio tra costi aumentati dall’inflazione, costo aumentato per i carburanti e anche costi più considerevoli per la mano d’opera, per quella che negli USA è stata una stagione di importanti rinnovi contrattuali.

Problemi anche per il diesel

La questione carburanti esula anche dal settore degli aerotrasporti. La crisi è più diffusa e colpisce anche gli approvvigionamenti di diesel. I prezzi di questa tipologia di carburante continuano a crescere a ritmi maggiori di quelli del prezzo del greggio, complici anche le restrizioni all’estrazione e alla commercializzazione di greggio.

Questo prima della stagione che storicamente vede registrare un aumento dei consumi e dunque della domanda, che con un’offerta poco elastica potrebbe finire per rinforzare il caso bullish tanto sul diesel quanto sul greggio, inasprendo così anche la situazione di cui sopra per le società del trasporto aereo.

Anche per il settore auto problemi importanti

La situazione sul fronte scioperi nel settore auto a Detroit non vede almeno per ora dei possibili miglioramenti. La Casa Bianca – schierata pubblicamente a favore di corposi rinnovi contrattuali – ha inviato mediatori per cercare di riaprire il tavolo delle trattative. Indirizzo di Washington che però non sembrerebbe aver fatto presa né sulle big 3 di Detroit, né tra i sindacati.

Ford ha annunciato la rimozione temporanea dal lavoro di 600 addetti, a causa di problemi alla catena di montaggio imputati agli scioperi indetti dai sindacati. I sindacati dal canto loro hanno risposto indicando la strategia di Ford come fallimentare.

E tra i tre gruppi di Detroit ad avere la posizione peggiore sembrerebbe essere Stellantis. Il gruppo francese frutto della fusione con la vecchia FIAT ha infatti in programma la chiusura di 18 stabilimenti soltanto negli USA, chiusure che sarà difficile far digerire in un contesto già di accesa protesta nel settore.

I sindacati non accetteranno tale piano se non al termine di una lunga trattativa che Stellantis non potrà affrontare insieme a GM e Ford. Stellantis dovrà affrontare inoltre scioperi anche a Melfi domani, per otto ore.

Conseguenze della difficoltosa uscita dalla crisi pandemica o anticipazione di un autunno caldo che i sindacati paventano da tempo?

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