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Ancora giù consegne cinesi, economia Pechino in apnea

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Il grande malato non mostra segnali di guarigione, neanche parziali. Per il quarto mese consecutivo i dati sulle consegne cinesi sono in calo – dato che non interessa soltanto i papaveri di Pechino, ma anche il resto del mondo economico e finanziario. Un segnale, chiaro, dell’indebolimento della domanda globale – mentre in molti continuano ad essere convinti, tra gli analisti, di un soft landing possibile almeno a Washington.

Questo al termine di una crisi delle supply chain che ha coinvolto in primo luogo – durante la pandemia COVID – quella che è diventata nello scorso decennio la fabbrica del mondo. Per una situazione complessiva che almeno i più pessimisti ritengono difficile da invertire, almeno per il breve periodo. Una situazione che – in particolare per chi investe – è degna di analisi e di attenzione, con dati che non promettono nulla di buono ma che al tempo stesso non potrebbero raccontare tutta la storia.

Sofferenza cina
Economia cinese in sofferenza

-8,8% per gli shipment cinesi ad agosto, anno su anno

Il dato più impietoso è questo. Anno su anno, ad agosto, la Cina ha fatto registrare un calo dell’8,8% anno su anno, rispetto ad un 2022 che si era dimostrato già poco entusiasmante. Un dato che è stato diffuso poco fa dalle autorità cinesi e che è stata una risposta sì preoccupante, ma comunque migliore delle previsioni che parlavano di calo a doppia cifra.

Situazione preoccupante? In parte sì, per quanto in molti si affannino a sottolineare come il dato sia comunque un miglioramento rispetto al mese di luglio, quando il calo anno su anno si è attestato a -14,5.

Il dato non è isolato. Da settimane si avvicendano dati preoccupanti per la tenuta dell’economia cinese, un tempo motore della crescita su scala globale e oggi invece in prima fila per gli sparvieri della crisi, in concomitanza dell’altra locomotiva, questa volta in area europea, che era un tempo la Germania.

Chi è disperatamente a caccia di segnali positivi non troverà, almeno per il momento, nulla di buono che proviene da questi dati. Per quanto riguarda poi la specifica situazione cinese, permangono grosse preoccupazioni per quanto riguarda il settore immobiliare, che fanno il paio anche con quanto sta avvenendo in termini di produzione industriale, questa in calo per il quinto mese consecutivo.

Preoccupazioni a Pechino
Preoccupazioni ancora forti per la traiettoria dell’economia cinese

Dubbi sulle misure spot di Pechino

Per ora Pechino sembrerebbe ancora convinta della bontà di un intervento spot fatto di misure non organiche e tese a risollevare le sorti di mercati specifici. Mosse che per ora non hanno sortito grandi risultati, fatta eccezione per un rimbalzo di Evergrande a Hong Kong, sulla cui tenuta però sono in diversi a dubitare.

Intanto i forecast delle banche d’affari sulla traiettoria di medio e lungo periodo dell’economia cinese sono al ribasso – e continueranno lungo questo trend probabilmente per altre settimane.

A Washington il coro degli analisti canta la possibilità di un soft landing. Su quanto questo sia possibile in Lontano Oriente, e per quanto conta anche in Europa, rimarrà da discutere, anche su queste pagine.

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