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ASML: stop a export verso Cina. A rischio 10-15% del business

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Continua la guerra commerciale tra USA e Cina sui chip e su quanto serve per produrli. Questa volta a cadere vittima degli attriti è ASML Holding NV, la società olandese che produce appunto macchinari avanzati per la produzione di chip e che ha annunciato di aver cancellato la consegna di alcuni macchinari verso la Cina appunto, su quella che secondo Bloomberg sarebbe stata una richiesta esplicita dell’amministrazione Biden. Secondo il comunicato stesso dell’azienda, sarebbero state revocate le licenze di esportazione su due categorie specifiche di prodotti che avrebbero impattato però su un numero ristretto di clienti.

Tali licenze che sono state revocate sarebbero state operative fino a fine gennaio, limite oltre il quale sarebbero diventate operative le nuove restrizioni che sono imposte anche dal governo olandese sull’esportazione appunto di questa categoria di macchine, ritenute cruciali per lo sviluppo di chip avanzati e che sono chiaramente oltre quanto si vorrebbe concedere alle aziende cinesi di produrre.

ASML Cina analisi
Duro colpo per ASML, che apre in profondo rosso

ASML minimizza, ma è Washington a tirare le fila

ASML, in un comunicato stampa pubblicato sul proprio sito internet, ha minimizzato quanto avvenuto, parlando di una restrizione alle esportazioni che colpirà pochi clienti e poche consegne, con ogni probabilità cercando di non preoccupare eccessivamente i mercati dopo un trimestre già complesso per l’azienda, che paga un outlook negativo su questa industria e le tensioni crescenti tra Washington e Pechino.

Tensioni che, come è noto, riguardano anche la possibilità di accesso da parte delle aziende della Repubblica Popolare Cinese di macchinari per la produzione di chip avanzati, oltre alle consegne dei chip stessi, che però non coinvolge ASML ma aziende come NVIDIA.

Le ricostruzioni da parte di diverse testate americane concordano su come i fatti si siano sviluppati. Washington avrebbe contattato il governo olandese spingendo per una revoca delle licenze di esportazione dei sistemi NXT:2050i e NXT:2100i prima della scadenza naturale delle licenze stesse. Cosa che il governo di Amsterdam avrebbe accettato di buon grado imponendo lo stop alle esportazioni a ASML.

ASML dal canto suo ha provato a rassicurare i mercati con un breve comunicato sul proprio sito internet, parlando di un numero ridotto di macchinari e di clienti finali, e indicando come la decisione del governo olandese e le nuove restrizioni imposte anche dagli Stati Uniti non avranno un impatto significativo sulle proiezioni finanziarie per il 2023. Non è chiaro però dal comunicato che tipo di effetto tale restrizioni potranno avere per le proiezioni economiche sul 2024, in una fase di mercato complicata per gli operatori del comparto, diretto o indiretto, a causa appunto sia delle restrizioni imposte dal governo degli Stati Uniti, sia dall’outlook dell’economia globale.

Washington e Pechino guerra commerciale
Continua la guerra commerciale tra Washington e Pechino

Cosa dicono in realtà i numeri?

Nel complesso le nuove restrizioni, secondo calcoli e stime confermati dal CEO Peter Wennink durante le earnings call di ottobre, potrebbero impattare fino al 15% per le vendite di ASML in Cina. Si tratterebbe di una quantità di vendite importanti e che dovranno essere appunto considerate da parte di chi ha posizioni aperte su ASML.

Il titolo ha aperto in leggero ribasso alla borsa di Amsterdam, con un -1,5% che verrà messo alla prova del mercato nel corso delle contrattazioni di oggi, che sono le prime dell’anno.

Si complica nel complesso il quadro delle società che fanno parte della filiera dei chip, finite sotto il fuoco delle sanzioni degli Stati Uniti ai danni della Cina e dei paesi non allineati alla politica di Washington.

Anche per il 2024 questo sarà uno dei temi importanti per l’analisi dei mercati e più in generale della situazione macroeconomica, nonché della capacità di Pechino di fare a meno di tecnologie così avanzate e che non è in grado di produrre, anche a causa di certi stop come quello di cui vi abbiamo parlato oggi.

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