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Attivisti inglesi protestano per il ban sui parchi eolici

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Written by Moreno La Guardia
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I timori che il governo stia silenziosamente pianificando di rinnegare le promesse di revocare il divieto sui parchi eolici a terra in Inghilterra, hanno spinto un folto gruppo di attivisti verdi, imprenditori e figure di spicco a protestare contro i ministri.

Hugh Fearnley-Whittingstall, chef e attivista ambientalista, ha inviato una lettera ai segretari di stato, firmata da gruppi di accademici e uomini d’affari preoccupati che gli impegni per revocare le restrizioni urbanistiche vengano silenziosamente sovvertiti.

Immagine di copertina "Energia eolica, divieto sui parchi eolici in Inghilterra" sfondo di alcune pale eoliche.
Gli attivisti protestano per la revoca del divieto

Il divieto alla costruzione di nuovi parchi eolici

Il divieto effettivo è stato introdotto nel 2015 inasprendo le restrizioni alla pianificazione nel National Planning Policy Framework. Per porre fine al divieto, i relativi regolamenti urbanistici dovrebbero essere eliminati o chiaramente riformati.

Il governo ha infatti annunciato alla fine dell’anno scorso che avrebbe consentito nuovi progetti di parchi eolici onshore dove era possibile richiedere il sostegno locale, a seguito di una ribellione di alcuni backbenchers che richiedeva l’allentamento delle regole di pianificazione per consentire maggiori investimenti in nuove infrastrutture energetiche.

Ma i firmatari della lettera, visti dal Guardian, ritengono che i ministri offriranno invece solo modifiche minori che impediranno comunque la costruzione di parchi eolici su terra. Una consultazione sulla questione è aperta ora e si chiuderà giovedì.

Gli attivisti temono che nascondendosi dietro note ambigue a piè di pagina nei regolamenti, il governo riesca a mantenere le restrizioni in vigore, pur affermando di averle riformate.

I contenuti della lettera

Nella lettera si avverte che le modifiche proposte al National Planning Policy Framework che sono attualmente in consultazione sono del tutto inadeguate per determinare il necessario cambiamento di politica.

In particolare si fa riferimento alla sostituzione della nota 54 con le due note, 62 e 63, ritenute essenzialmente identiche nel significato e che lasciano quindi la possibilità di lasciare in vigore l’attuale divieto.

Il paragrafo 158 del National Planning Policy Framework, fa riferimento alle domande di pianificazione per lo sviluppo di energie rinnovabili a basse emissioni di carbonio e richiede alle autorità locali di accettare tali domande salvo motivi importanti per rifiutarle.

Ma questo, è soggetto alla nota 54 che consente effettivamente anche una singola obiezione a una costruzione di una turbina eolica per ignorare la raccomandazione di procedere con il parco eolico. Funziona proprio come un divieto effettivo e, di conseguenza, l’anno scorso in Inghilterra sono state costruite solo due turbine eoliche onshore.

Tuttavia, il governo deve ancora fornire chiarezza su come verrà valutato il sostegno della comunità, il che significa che non è chiaro fino a che punto verrà revocato il divieto de facto sui nuovi progetti.

Immagine del parlamento inglese
Si ipotizza che i parlamentari fossero consapevoli delle modifiche poco efficaci per la revoca del divieto.

Dale Vince, amministratore delegato del fornitore di energia rinnovabile Ecotricity, ha affermato che il divieto è assurdo e disonesto poiché i sondaggi mostrano che la maggior parte degli elettori dei Tory sostiene i parchi eolici onshore.

Tuttavia, i rapporti al momento in cui il governo ha annunciato che avrebbe cambiato le regole di pianificazione, hanno suggerito che i parlamentari contrari ai nuovi progetti di parchi eolici, erano stati informati che il nuovo meccanismo per il consenso locale avrebbe comunque reso difficile per i costruttori ottenere l’autorizzazione a procedere.

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