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Borse asiatiche in profondo rosso: pesa incertezza cinese

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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È un bagno di sangue per la sessione asiatica di scambi azionari, con Hong Kong che guida perdite diffuse per praticamente tutte le principali borse dell’area. A pesare sono le preoccupazioni sulla Cina, recentemente rinvigorite anche da Kristalina Georgieva, a capo del Fondo Monetario Internazionale, che è tornata a microfoni aperti, nella giornata di ieri, a insistere sulla necessità di riforme profonde nella Repubblica Popolare che possano aiutare a consolidare prima e aumentare poi la domanda interna. Preoccupazioni per l’economia cinese che hanno preso la forma di importanti sell off per i principali titoli del settore tech (Tencent su tutte) e del settore delle proprietà immobiliari.

Tutto questo mentre la chiusura delle borse statunitensi per il Martin Luther King Day ha lasciato i mercati senza parametri di riferimento che arrivano da New York. È la peggiore sessione, per la borsa di Hong Kong, degli ultimi tre mesi. Una sessione che conferma le preoccupazioni e le incertezze dei mercati dettate anche da politiche monetarie non ancora chiare per il Giappone così come dalle aspettative forse eccessive di tagli ai tassi di interesse a Washington.

Asia Rosso

Borse asiatiche in profondo rosso: cresce la preoccupazione

Il 2024 continua sulla falsa riga delle ultime settimane di scambi del 2023. I mercati continuano ad essere molto umorali, reagendo a rapidi cambi del sentiment in modo veemente. Si è trattata di una seduta di perdite importanti a Hong Kong, a Tokyo, sulle borse cinesi mainland, così come in Corea del Sud e a Taiwan e in Australia. Migliore l’andamento in India, paese geograficamente comunque lontano e che sta sfruttando proprio la narrativa di un possibile sorpasso ai danni della Cina in termini sia di crescita, sia di appetibilità per i capitali stranieri.

A pagare il conto più alto sono i titoli tech come Tencent, Alibaba. Pagano un prezzo molto alto anche società del settore bancario e assicurativo, come HSBC, Ping An, complici le difficoltà del settore delle proprietà immobiliari che potrebbero riversarsi appunto su questi due settori.

Una sessione che sarà quella precedente alle proiezioni sulla crescita cinese che arriveranno nella giornata di mercoledì e che saranno il primo banco di prova per l’economia cinese. Il terrore dei mercato è nella possibilità che il 2024 si riveli essere per l’economia di Pechino un anno molto al di sotto delle aspettative, un anno che finirebbe per confermare le aspettative dei mercati di una Cina che ha perso la scintilla della crescita e che sarà sempre meno interessante per gli investimenti stranieri.

L’intervento della direttrice del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva è sulla stessa lunghezza d’onda: i problemi della domanda cinese sono sotto gli occhi di tutti e sarà necessario un ampio programma di riforme per far tornare la Cina a ruggire, metaforicamente, come un tempo.

Cina giu borsa perché
Hong Kong la peggiore. Pagano tutte o quasi le azioni di Pechino

La situazione sul fronte monetario aumenta le incertezze

Aumentano poi le incertezze per quanto riguarda il fronte delle politiche monetarie. I due grandi punti interrogativi riguardano Bank of Japan, con il governatore Kazuo Ueda che è tornato ad avvisare i mercati di un pronto ritorno dei tassi in territorio positivo, pur non offrendo scadenze certe su quando questa decisione verrà presa. I mercati attendono questa mossa ormai da mesi e i problemi legati al terremoto a Noto e alle sue conseguenze fanno temere un ulteriore rinvio.

Discorso simile, almeno in termini di incertezza, a Washington. Per quanto sia certo che il 2024 sarà un anno di tagli, è difficile per il momento valutarne sia la quantità, sia l’avvio del cosiddetto pivot. Una situazione che continua ad alimentare incertezza che è poi la base per una fase di mercato di grande reattività dei mercati.

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