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Cina, 102 accuse di falsificare i report su “minerali green”

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Piovono accuse per le compagnie di estrazione mineraria in Cina, che avrebbero falsificato i report legati alla sostenibilità ambientale dell’estrazione di minerali. Le accuse arrivano dal Business & Human Rights Resource Center (BHRRC), che ha identificato violazioni sia nelle pratiche ecologiche che nel trattamento dei diritti umani. Un report appena pubblicato dal BHRRC include 102 accuse di abusi, tutti relativi a un periodo di soli due anni a cavallo tra 2021 e 2022. Gli abusi e le falsificazioni delle carte sulla sostenibilità ambientale dell’estrazione mineraria riguardano aziende cinesi che operano complessivamente in 18 paesi del mondo. Mentre il governo cinese è in anticipo di 5 anni sui target di produzione di energia rinnovabile, rimangono molte perplessità riguardo al vero atteggiamento di Pechino riguardo alla sostenibilità.

Molti ritengono infatti che l’avvicinamento verso l’energia rinnovabile sia un puro fatto economico, non legato all’impatto climatico di questa decisione. Con eolico e solare sempre più in grado di fornire energia a basso costo, la Cina spinge sull’acceleratore anche per una questione di convenienza. Rimangono invece dei forti dubbi riguardo all’importanza che il governo attribuisce all’impatto ambientale quando questo rischia invece di rallentare la crescita economica.

presentazione della notizia sugli accusi di abusi ecologici e umanitari di imprese minerarie cinesi
In passato anche molte altre imprese americane, europee e canadesi sono state accusate di abusi ecologici per estrarre minerali con cui produrre le batterie dei veicoli elettrici

Un modo insostenibile di produrre batterie al litio

I veicoli elettrici dovrebbero essere uno dei simboli della transizione ecologica di questo secolo, con la Cina che rappresenta il mercato più grande al mondo per vendite di auto alimentate da batterie al litio. Secondo il report diffuso dal BHRRC, però, sarebbero proprio gli elementi necessari a produrre queste batterie quelli estratti con più abusi ecologici e umanitari. Il minerale su cui vertono le accuse maggiori è il rame, seguito dal nickel: la domanda per entrambi è in forte espansione, proprio per via del ruolo che rivestono nella costruzione dei due poli delle batterie al litio.

Il report del BHRRC evidenzia una lunga serie di problematiche nei sistemi di estrazione mineraria utilizzati in Cina. Questi vanno dal maltrattamento della popolazione indigena all’inquinamento delle falde acquifere, passando per la distruzione dell’ecosistema ambientale e per condizioni pericolose di lavoro nelle miniere. Il tutto con l’aggiunta che questi minerali sono spesso etichettati come “green” dalle imprese cinesi, senza un controllo da parte dei regolatori statali.

Il numero maggiore di abusi è stato riscontrato in Indonesia, con un totale di 27 violazioni riscontrate dal BHRRC. Il secondo paese più colpito sarebbe il Perù, seguito dal Congo. Oltre i due terzi delle accuse riguardano il maltrattamento della popolazione locale e più di metà dei siti di estrazione mineraria investigati causano un inquinamento pericoloso delle falde acquifere.

foto di una gru che carica minerali su un camion
La Cina estende sempre di più la propria influenza economica in Africa e in Asia, anche attraverso il finanziamento di grandi progetti di estrazione mineraria

Crescono i dubbi sulla sostenibilità delle batterie

I risultati dello studio del BHRRC contribuiscono ad aumentare i dubbi sulla sostenibilità della produzione di batterie al litio. Una tecnologia che da una parte offre una solida alternativa ai motori a combustione interna, ma che dall’altra parte richiede un elevato consumo di minerali che spesso vengono estratti in un modo completamente non sostenibile. La Cina è soltanto una delle nazioni che sono finite nel mirino degli enti sovranazionali che accertano le violazioni sulle pratiche di estrazione: molte imprese statunitensi, canadesi ed europee sono state accusate di aver usato le stesse pratiche nelle proprie miniere.

In questo ci sono dei chiari rimandi a quanto avvenuto già in passato con l’estrazione di combustibili fossili, un’industria che continua a essere fortemente criticata per le proprie pratiche. Spesso le nazioni in cui vengono estratte le risorse minerarie sono quelle che ne beneficiano di meno, con le piccole comunità locali in prossimità delle miniere che conoscono soltanto i problemi derivanti dalle miniere.

Danni ambientali, mancanza di acqua, espropriazioni di terreni e retribuzioni minime: questi sono gli scenari che spesso si prospettano per chi vive in regioni il cui sottosuolo è particolarmente ricco di risorse di valore. Allo stesso tempo, la competizione globale per l’estrazione di questi minerali fa sì che le imprese debbano competere in tutti i modi per abbassare i costi di produzione: un tema che spesso si combina male con quello della sostenibilità.

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