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Corea conferma multe per due giganti bancari

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Ancora problemi in Corea del Sud per le banche che avrebbero, almeno secondo la locale authority di vigilanza sui mercati, aggirato le limitazioni e i divieti di vendita allo scoperto. Lo ha dichiarato pochi minuti fa FSC, l’omologa di CONSOB a Seul, che però non ha dato indicazioni precise sulle banche che sarebbero coinvolte. Le multe arrivano dopo che già qualche settimana fa giganti del settore finanziario globale erano finiti sul libro dei cattivi delle autorità coreane, che sono impegnate in un programma di difesa del proprio settore azionario.

Programma di difesa che prima ha previsto lo stop al naked short, lo short che può essere offerto anche senza ottenere azioni in prestito e poi allo short in senso stretto. L’obiettivo, per quanto contestato sia dagli specialisti sia dai risultati che queste misure hanno offerto in altri paesi, è ridurre le eventuali pressioni ribassiste sulle aziende che sono appunto quotate alla borsa di Seul.

Altre due banche finiscono sul libro nero delle autorità coreane

No, i nomi non sono ancora noti. Quello che sappiamo però è che FSC, l’autorità che in Corea del Sud ha ampi poteri di vigilanza e intervento sui mercati, ha affermato pubblicamente di essere pronta a multare altre due banche internazionali di investimento, che avrebbero aggirato le norme che riguardano il ban allo short che la Corea ha ormai introdotto da qualche tempo.

Norme che in parte hanno dato una mano – di breve periodo – all’andamento del mercato azionario di quel paese e che però adesso sono tra le più contestate tanto dalle banche d’affari quanto dagli investitori. L’impossibilità di offrire short, si ripete, rende molto più difficile la price discovery e potrebbe pertanto risultare in quotazioni errate (e troppo alte) per le azioni coreane, che potrebbero pagare un prezzo molto più alto in termini di ribassi più avanti.

A prescindere però da come la si pensi, le autorità coreane non hanno alcuna intenzione di non implementare quanto deciso. Ed è così che arrivano ancora multe, milionarie, su gruppi internazionali che sembrano voler aggirare queste norme.

A Seul ancora discussioni sullo short

I tempi di reazione

Intanto localmente si discute sui tempi di reazione delle autorità a questo tipo di attività. La questione della multa alle due misteriose banche internazionali arriva ad una supposta conclusione dopo che si parla dell’aggiramento di queste norme già dall’inizio di dicembre. Un mese, dunque, soltanto per decidere se e quanto comminare di multa.

Se dovessero essere mantenute le proporzioni delle multe decise già da dicembre, si tratterebbe inoltre di soli 20 milioni di dollari di multa, una cifra che politicamente sta facendo discutere da tempo, in quanto difficilmente di impatto su grandi banche d’affari che tra le altre cose guadagnano in modo importante dall’offerta di questo tipo di operazioni. E anche quando le utilizza tramite trading desk interni.

Altri invece continuano a contestare la bontà del ban agli short, misura che piace sempre molto politicamente e sempre meno economicamente, dato che in passato difficilmente ha portato ai risultati che chi la propone si era prefissato.

Una volta che si conosceranno le banche coinvolte ci si aspetta inoltre una reazione veemente tanto dagli uffici legali delle stesse tanto dal novero di commentatori e opinionisti dei paesi di origine di queste banche, in quello che potrebbe diventare un mini-caso diplomatico.

E chissà se le multe che diventeranno presto materiale per tutte le prime pagine dei giornali economici e finanziari non mettano la pulce nell’orecchio alle autorità di vigilanza e controllo dei mercati in altri paesi, per quanto almeno in occasioni straordinarie queste misure siano state già assai popolari anche in Europa e in Italia.

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