News, Forex

Dollaro USA spiazza banche centrali asiatiche. Pronte nuove misure

Avatar di Gianluca Grossi
Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
Scopri i nostri principi editoriali

La forza del dollaro statunitense spaventa le economie asiatiche. Tutte le principali valute del continente asiatico si trovano sui minimi che non si vedevano da mesi, con tutte o quasi le banche centrali del Lontano Oriente che stanno preparando contro-mosse a tutela delle loro valute nazionali. Una situazione che in pochi forse si aspettavano, con Pechino che è già corsa ai ripari e con le altre, a partire da Tokyo, che sembrerebbero essere in procinto di seguire la stessa strada.

Speculazione o debolezza strutturale delle valute asiatiche a fronte della valuta di riserva mondiale, aiutata dall’ennesimo momento di incertezza per le piazze finanziarie globali? Sarà il tempo a rivelarci la verità. Per ora ciò che interessa gli investitori nel Forex o in titoli denominati non in Euro è capire la situazione e anche per quanto tempo potrebbe protrarsi.

USD spiazza Asia
Forza relativa straordinaria per il dollaro USA

Tutti pronti all’azione: Asia trema contro un dollaro forte come non mai

O meglio, mai così forte nel corso del 2023, almeno contro le principali valute asiatiche. Tokyo ha dichiarato a chiare lettere che il Giappone è pronto a misure anche drastiche a tutela dello Yen, a fronte di mosse che Bank of Japan considera come speculative. Pechino si è già mossa – e secondo diversi analisti potrebbe preparare, per le prossime settimane, le prime mosse di controllo dei capitali, per quanto blande, a tutela dello Yuan.

A contribuire alla forza del dollaro USA non solo le incertezze che continuano a fermentare soprattutto a Pechino, ma anche una situazione relativamente positiva dell’economia USA, che sembrerebbe essere la prima a poter uscire dall’alta inflazione, evitando al tempo stesso una recessione.

  • Pesa anche il greggio, che torna a ruggire

A contribuire all’outlook negativo per le valute asiatiche il rally del greggio. Situazione che potrebbe fare da spinta ad un rimbalzo dell’inflazione e costringere certe economie nazionali a valutare ulteriori rialzi dei tassi. L’inflazione, che tutti vorrebbero vedere liquefatta, potrebbe avere ancora qualche freccia al suo arco.

  • Pronte anche altre banche centrali

Per quanto le maggiori misure siano state intraprese da Pechino (e presto ne seguiranno anche a Tokyo), ci sono anche altre banche centrali che sembrerebbero essere pronte ad intervenire in modo deciso. Si parla già apertamente sulle testate che si occupano di finanza di un pronto intervento di Taiwan e Thailandia, che stanno soffrendo questa particolare fase di mercato.

Pechino, Banca Centrale
Gli interventi spot di Pechino potrebbero non essere sufficienti

Interventi spot contro problemi strutturali?

L’altra questione che trader e investitori dovrebbero affrontare il prima possibile è la lettura dell’attuale situazione di mercato. Le principali banche centrali asiatiche insistono sulla natura speculativa delle ultime mosse dei mercati.

Tuttavia – e probabilmente a ragione – rimangono solide preoccupazioni riguardo la natura strutturale dei problemi che si stanno vivendo sulle piazze asiatiche. Le difficoltà di Pechino possono continuare ad agitare i mercati asiatici in prima battuta (e gli altri in seconda battuta), contribuendo ad un quadro fosco che difficilmente potrà essere risollevato da misure estemporanee e per loro stesa natura limitate per impatto qualitativo e temporale.

Chi opera sulle piazze asiatiche è pertanto avvisato: i rischi sono elevati, la possibilità che si tratti di problemi strutturali anche. E non è detto che le banche centrali di Pechino, Tokyo, Bangkok e Taipei abbiano la forza per sostenere in una situazione del genere le proprie valute.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *