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FMI invita alla serietà alla vigilia del prossimo COP 28

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Il COP 28 è ormai alle porte: dopo un anno di preparativi, il 30 novembre si aprirà a Dubai il più importante evento internazionale dedicato al clima. Le istituzioni sovranazionali hanno trascorso l’anno cercando di mettere d’accordo i partecipanti su iniziative da annunciare durante l’evento, per assicurarsi di poter ottenere la massima risonanza possibile. Il Fondo Monetario Internazionale, attraverso la rappresentante Kristalina Georgieva, oggi ha chiesto che le nazioni di tutto il mondo mettano fine ai “soliti affari” durante l’evento. L’espressione è stata riferita al fatto che molti governi in passato abbiano fatto grandi promesse e accordi sul clima che poi non sono stati rispettati, accaparrandosi gli applausi iniziali ma raramente le critiche successive.

Kristalina Georgieva ha anche parlato di un obiettivo chiaro: quello di diminuire le emissioni inquinanti tra il 25% e il 50% entro il 2030. L’obiettivo è essenziale, dal momento che attualmente il mondo ha appena il 14% di probabilità di raggiungere l’obiettivo di riscaldamento globale di 1.5 °C entro la fine del secolo su cui è stato basato l’Accordo di Parigi. Attualmente i fondi stanziati a sostegno della transizione climatica sono sufficienti solo per coprire un abbattimento delle emissioni del 11% entro la fine del decennio, cosa che condannerebbe al fallimento il celebre accordo.

presentazione della notizia su dichiarazioni del FMI prima del COP 28

L’invito alla serietà da parte del FMI

Il Fondo Monetario Internazionale si sta dedicando sempre di più al finanziamento di iniziative per combattere le emissioni inquinanti, rendendo la sua missione green finemente intrecciata a quella di aiutare lo sviluppo economico dei paesi più poveri. Per questo oggi ha chiesto serietà da parte delle centinaia di leader del settore pubblico e privato che si incontreranno a Dubai per parlare di clima, ponendo nuovamente l’accento sugli obiettivi che il mondo ha sottoscritto a Parigi nel 2015.

La Georgieva ha fatto sapere che uno sforzo congiunto con la Banca Mondiale potrebbe aumentare i finanziamenti per la transizione climatica dei paesi emergenti a $100 miliardi all’anno durante i prossimi 10 anni. Ha anche invitato le nazioni a considerare la possibilità di utilizzare le riserve di valuta estera delle banche centrali, spesso non investite in alcun modo, come copertura per prestiti e mutui che abbiano come sottostante delle iniziative a favore della sostenibilità ambientale. Si guarda anche a enti continentali come l’Inter-American Development Bank e l’African Development Bank per fare in modo che possano utilizzare gli Special Drawing Rights per gli investimenti sulla sostenibilità. Gli Special Drawing Rights sono particolari depositi di liquidità che la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale offrono ad alcune nazioni e enti sovranazionali per rinfoltire le loro riserve di valuta estera.

foto di una foresta con fumo che copre gli alberi

Alzare il prezzo delle emissioni di CO2

Il FMI ha in mente anche un piano per aumentare le carbon tax, cioè le imposte pagate dalle imprese che producono la maggior quantità di emissioni inquinanti. Attualmente diverse nazioni hanno già implementato questo tipo di misure, con un prezzo medio di 70$ per tonnellata di anidride carbonica prodotta. L’obiettivo del Fondo Monetario Internazionale sarebbe quello di alzare il prezzo a 85$ per tonnellata di CO2. Secondo gli studi interni, intorno a questa cifra si verrebbe a creare un forte incentivo che porterebbe molti settori a voler decarbonizzare la propria attività rapidamente.

Lo stesso FMI, però, riconosce che al netto delle nazioni che non partecipano a questa iniziativa il vero prezzo pagato nel mondo per ogni tonnellata di CO2 prodotta è di 5$. Oltre ad agire sui prezzi, bisogna agire sull’adozione della carbon tax in un numero maggiore di nazioni del mondo. Il FMI sarebbe pronto a mettere sul tavolo delle proposte che prevedano un prezzo maggiore per le emissioni più inquinanti, come quelle di metano, e una scala di prezzi in cui i paesi ricchi siano anche tenuti a pagare un prezzo maggiore rispetto a quelli in via di sviluppo.

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