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ONU, obiettivi riscaldamento globale verso il fallimento

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Il nuovo Emissions Gap Report, il documento pubblicato annualmente da un pool di esperti delle Nazioni Unite, rivela dati preoccupanti riguardo alla traiettoria mondiale sul clima e sul riscaldamento. Da anni i paesi ONU hanno fissato il grande obiettivo di limitare a 1.5 °C l’aumento della temperatura media del Pianeta tra la fine del secolo e l’epoca pre-industriale. Gli scienziati indicano che questo sarebbe l’obiettivo immancabile per evitare che lo scioglimento dei ghiacciai artici finisca con il provocare un drastico innalzamento del livello dei mari, cancellando dalla faccia della Terra intere nazioni insulari e causando repentini cambiamenti nell’equilibrio climatico mondiale.

Tutto questo, però, non sembra star andando esattamente come previsto. Nella nuova edizione dell’Emissions Gap Report si legge che, secondo il ritmo attuale dei progressi fatti dalle Nazioni Unite, esiste solo il 14% di probabilità di raggiungere l’obiettivo. Invece sembra che l’ipotesi più plausibile sia un aumento quasi doppio, tra 2.5 °C e 2.9 °C. I paesi ONU hanno da poco fallito l’obiettivo di raggiungere un accordo mondiale sulla plastica, e ora si preparano per il COP 28 di quest’anno. Si terrà a Dubai e l’inizio è previsto tra meno di 10 giorni, ma i dati del nuovo report dimostrano come sarebbe necessario un totale cambio di ritmo per fare abbastanza da poter raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

presentazione della notizia su report Nazioni Unite su riscaldamento globale

“Cratere” nelle emissioni

Si parla di emissions gap per riferirsi alla differenza tra l’attuale produzione di gas serra e quella che sarebbe necessaria per raggiungere l’obiettivo di 1.5 °C. Il Presidente delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha parlato in occasione della pubblicazione del nuovo report di “canyon delle emissioni“. La definizione riflette chiaramente il disappunto del Presidente per i risultati ottenuti fino a questo momento. Malgrado i grandi investimenti pubblici e da enti privati verso direzioni come l’energia rinnovabile, il calo dell’uso dei combustibili fossili e l’innovazione, la realtà è che il mondo è ancora troppo lontano da dove dovrebbe essere per raggiungere gli obiettivi internazionali.

Nel report si legge, tra l’altro, che malgrado tutti questi sforzi sia comunque aumentato il livello di emissioni di gas serra tra 2021 e 2022 (+1.2%). Così il mondo ha toccato un nuovo record di 57,4 milioni di tonnellate di anidride carbonica emessa in un singolo anno. Il report fa notare che, nella migliore dei casi, se le nazioni del mondo realizzassero tutti i piani che si sono proposte per il futuro si raggiungerebbe un aumento di 2,5 gradi centigradi della temperatura media entro la fine del secolo. Il valore sale a 2,9 gradi nel caso medio, cioè quello di una realizzazione parziale delle iniziative in corso.

cartello di protesta contro riscaldamento globale

Nessun miglioramento su base annua

Il report 2023 è spaventosamente simile a quello del 2022, confermando che non c’è stato un cambiamento di passo. Considerando che il report tiene conto dei piani per il futuro e non soltanto di ciò che è stato materialmente realizzato, significa che le nazioni del mondo non hanno nemmeno cambiato il passo con cui intendono approcciare il problema in futuro. Questa rischia di trasformarsi in una catastrofe climatica, dal momento che 2,5 °C sarebbero sufficienti per cambiare gli equilibri su cui si basa la vita sul nostro Pianeta: si parla di una siccità estremamente forte in Amazzonia che in pochi anni farebbe ulteriormente peggiorare il ciclo dell’anidride carbonica, seguita da un brusco innalzamento del livello dei mari ed eventi climatici disastrosi in gran parte del mondo.

Soprattutto, però, si parla di un aumento delle temperature che gli scienziati ritengono irreversibile. Il problema non sarebbe contenuto a un certo numero di anni, ma finirebbe quasi certamente per cambiare gli equilibri della vita sulla Terra in modo definitivo. Gli anni passano ma, come dimostra il nuovo report delle Nazioni Unite, il problema rimane. Un dato su tutti fa capire quanto sia pressoché impossibile raggiungere l’obiettivo dell’accordo di Parigi: per limitare l’aumento della temperatura media a 1.5 °C, le emissioni di gas serra dovrebbero calare del 42% entro il 2030.

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