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Fondi hedge long sul dollaro USA, pesa aggressività Fed

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Secondo i dati diffusi da CFTC, l’agenzia governativa che si occupa di mercati dei derivati negli Stati Uniti, i fondi hedge e gli operatori a leva sono tornati bullish sul dollaro per la prima volta da marzo 2023. Il cambio di posizione arriva in prossimità della decisione sui tassi che avrà luogo mercoledì 20 marzo e della conseguente conferenza stampa, all’interno della quale con ogni probabilità Fed confermerà l’intenzione di intervenire ancora con politiche restrittive nel caso in cui questo dovesse essere necessario.

Federal Reserve non ha terminato il suo compito – almeno secondo i fondi hedge – mentre a Francoforte la questione sarebbe ormai in dirittura d’arrivo, almeno secondo le anticipazioni dei mercati che ritengono l’ultimo rialzo dei tassi di BCE come l’ultimo del ciclo restrittivo in area euro. Una Fed ancora hawkish, che favorirà dunque la forza del dollaro sui mercati internazionali, nonostante le profezie di sventura che circolavano su certa stampa soltanto qualche settimana fa.

Dollaro Usa Long Fondi Hedge
Flip per i fondi, che tornano bullish

I fondi hedge tornano bullish sul dollaro: cambio delle posizioni nette durante l’ultima settimana

I fondi hedge e gli operatori a leva tramite futures sul dollaro sono tornati a investire con outlook bullish. Per la prima volta da marzo infatti le posizioni long e dunque rialziste sul dollaro USA di questi operatori superano le posizioni short. Segnale del fatto che i mercati credono più alle minacce di Washington che a quelle di Francoforte. Minacce che dovrebbero essere ripetute per filo e per segno anche durante la prossima riunione del FOMC, il gruppo di governatori Fed che decide sui tassi di interesse.

A spostare gli equilibri non sarà la decisione sui tassi – con tutti che si aspettano una pausa da Washington – ma quanto sarà affermato durante la successiva conferenza stampa, all’interno della quale Jerome Powell sarà chiamato a ripetere quanto in realtà dice da un anno circa.

Dollaro Usa Federal Reserve
Federal Reserve è considerata più affidabile delle altre banche centrali

Cosa si aspettano i mercati dalle parole di Powell

In realtà non si aspettano grandi novità. Jerome Powell – per quanto ignorato in parte dai mercati – ha ripetuto che Federal Reserve non mollerà la presa fino al ritorno al target al 2% per l’inflazione – e che per farlo Washington è pronta praticamente a tutto.

La pausa probabile per la prossima riunione del FOMC va pertanto valutata non come una ritirata, ma come attesa per valutare gli effetti che i rialzi precedenti hanno avuto sull’economia reale. Economia reale che continua a mandare segnali di forza relativa, nonostante un’impennata dei tassi che è stata tra le più ripide di sempre.

I mercati credono più agli USA

I mercati – compresi i fondi hedge – credono in un migliore posizionamento per l’economia americana rispetto al resto del mondo e anche in rapporto a quanto sta avvenendo in area euro. Gli stessi mercati infatti scontano già un taglio possibile dei tassi di 75 punti base per il 2024 in area euro, mentre non lo fanno in relazione agli USA – dove si sospetta che i tassi rimarranno più alti più a lungo.

Nel mondo del Forex il differenziale tra i tassi delle due economie di riferimento rimane l’indicatore più importante del trend futuro atteso – ed è da qui che con ogni probabilità i fondi hedge stanno costruendo le loro posizioni long.

Quel che è certo per il momento è che sembrerebbe essere impossibile trovare qualcuno disposto ad andare long su EUR/USD e dunque a puntare su un rimbalzo dell’euro, che si aggira su livelli di cambio già piuttosto preoccupanti.

Tutto questo al termine di una stagione di narrative anche fantasiose – dove in diversi hanno creduto che l’egemonia del dollaro potesse essere soppiantata o che le cartucce metaforiche di Washington fossero in realtà prossime alla scadenza. A guardare verso Francoforte o verso Pechino, le cose sembra siano andate diversamente.

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