Svolta significativa per quanto riguarda la complicata situazione del transito nel Mar Rosso e nel Canale di Suez. A.P.Moller-Maersk ha infatti annunciato che riprenderà il transito nell’area recentemente colpita da attacchi, ripetuti, da parte dei ribelli Houthi dello Yemen. Questo in virtù dell’avvio di una missione che vedrà coinvolti più di 10 paesi, tesa a ripristinare il transito che era stato interrotto, per la seconda società di trasporti marittimi a livello mondiale, già il 15 dicembre.
Secondo il comunicato dell’azienda ci sarà comunque da valutare la sicurezza del transito anche per i propri dipendenti, che rimangono la priorità per il gruppo in particolare in una fase così complicata, con gli attacchi che continuano a ripetersi e con l’esito della missione che è, almeno per il momento, ancora incerto. on è chiaro se altre società seguiranno la decisione di Maersk ritenendo così ripristinato il transito attraverso il Canale di Suez.
Maersk al lavoro su piani per il ritorno al transito nel Mar Rosso
Le tempistiche non sono chiare, ma Maersk ha ammesso di essere già al lavoro per organizzare un piano utile per tornare al transito dal Mar Rosso e da Suez il prima possibile. La società, in un comunicato, ha infatti confermato di essere già al lavoro su piani per il transito del primo natante, ricordando però a clienti e a operatori di mercato che il tutto dovrà essere organizzato garantendo la massima sicurezza per i propri dipendenti, che rimane la massima priorità, continua la società, nella gestione della complicata situazione nel Golfo di Aden e nel Mar Rosso. Soltanto 48 ore fa il gruppo, in un comunicato che aveva fatto discutere, aveva anticipato problemi nell’area che si sarebbero protratti per mesi, allungando i tempi di consegna da un capo all’altro del mondo.
L’arrivo dell’operazione Prosperity Guardian è stata salutata dalla società, che è la seconda più importante su scala globale per le spedizioni marittime, con grande entusiasmo, per quanto sui giornali sia stata fatta trasparire assenza di concordia tra i paesi coinvolti, che non dovrebbero riunirsi a questo punto sotto un comando unitario.
Si tratta degli strascichi del conflitto tra Hamas e Israele e, sul fronte economico, del più importante e del più difficile da gestire da quando il conflitto è iniziato. Nonostante l’intervento dell’operazione Prosperity Guardian, Maersk ha confermato di non aspettarsi la riduzione a zero dei rischi coinvolti per il transito nell’area. La situazione rimarrà pertanto, per la società, in costante evoluzione e le decisioni saranno prese nave per nave e seguendo da vicino ogni possibile evoluzione.
Gli attacchi degli Houthi hanno già causato importanti ritardi a consegne via mare
Gli attacchi che i ribelli Houthi hanno già portato a diversi natanti hanno complicato il transito in quello che è uno degli snodi fondamentali del mercato globale. Ritardi nei transiti – o nel caso peggiore l’impossibilità degli stessi – dal Canale di Suez rendono obbligatorio il passaggio circumnavigando l’Africa e dunque allungando in modo sostanziale le consegne.
Questo in un momento economico che sembrava essere quello di un lento, ma costante, ritorno verso la normalità per le supply chain globali.
La situazione ha innescato il pronto intervento degli Stati Uniti e di paesi europei che però opereranno con un comando separato, all’interno di operazioni che vedranno coinvolta anche l’Italia. D’altronde, data l’importanza del transito da Suez, non sarebbe stato immaginabile un eccessivo tentennamento da chi ha mezzi e/o prossimità geografica utile per intervenire prontamente.
La situazione, nonostante l’intervento, è lungi però dall’essere risolta. E come ha confermato Maersk, necessiterà un costante monitoraggio. Manca ancora del tempo prima di poter tirare, per questa situazione, un sospiro di sollievo.