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Saipem, nuovo maxi-contratto da Abu Dhabi da €3,8 miliardi

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Saipem riceve una delle commesse più grandi della sua storia: si tratta di un contratto con la National Petroleum Construction Company (NPCC) di Abu Dhabi. La società nazionale per l’estrazione di petrolio e gas dell’Emirato ha firmato una lettera di appalto per la multinazionale italiana, che si occuperà di lavorare su un grande impianto di estrazione di gas da poco sanzionato. La cifra è da record: ben 3,86 miliardi di euro, essenziali per contribuire al difficile recupero di Saipem. Dopo che uno scandalo sui conti della società ha bruciato il 90+% del valore delle azioni dal 2020 a oggi, l’azienda si affida alla sua storica expertise per cercare di risalire la china.

Il progetto è estremamente ambizioso, ma Saipem si dice sicura dei propri mezzi. Secondo quanto dichiarato dalla società, l’appalto è in linea con la sua proposta di essere un punto di riferimento “singolo e sicuro” per i clienti che devono sviluppare complessi progetti di estrazione offshore. Saipem non si occuperà soltanto di realizzare il maxi-progetto di estrazione voluto dalla NPCC, ma anche di assistere l’azienda petrolifera ad assicurarsi che l’impatto sulla biodiversità e sulla fauna marina sia minimo. Sempre di più, questo colosso italiano dell’ingegneria si distingue per la sua capacità di usare la consapevolezza ambientale come leva per aggiudicarsi grandi appalti.

presentazione della notizia su appalto di Saipem da Abu Dhabi

Isole artificiali e centinaia di chilometri di tubi

La specialità di Saipem sono i progetti di estrazione più complessi, e sembra proprio questo il motivo per cui la NPCC non ha avuto dubbi nell’affidarle il progetto. L’infrastruttura che dovrà essere realizzata è colossale: verranno costruiti quattro pozzi di estrazione, non su piattaforme ma su isole artificiali. Questi dovranno essere collegati a centri di stoccaggio e a un’infrastruttura di tubi sottomarini lunga 300 chilometri, in modo che Abu Dhabi possa poi processare il gas naturale direttamente nei suoi grandi hub situati lungo le cose dell’Emirato. Potrebbe essere coinvolto anche il porto di Zayed, altro grande progetto dalla Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC) valso miliardi di euro in appalti.

Il tutto, ovviamente, con la prospettiva di un grande ritorno economico per Abu Dhabi. Solo i pozzi nella regione di Ghasha, una delle due interessate dal nuovo progetto, dovrebbero essere in grado di estrarre 42 milioni di metri cubi di gas naturale ogni giorno entro la fine del decennio. Per Saipem continuano dunque le buone notizie, dopo che il mese scorso la società si è aggiudicata un appalto da 400 milioni di euro per lavorare sulle piattaforme petrolifere offshore di Eni nell’Africa occidentale.

foto di un'isola artificiale
Vista la bassa profondità delle acque, si è optato per isole artificiali anziché per una classica piattaforma offshore

Estrazione di gas, ma con cattura del carbonio

Gli Emirati Arabi rimangono molto controversi per la loro economia estremamente basata sui combustibili fossili, un tipo di energia di cui il mondo sta cercando da tempo di liberarsi. Ma Abu Dhabi continua sulla sua linea già iniziata qualche giorno fa, quando l’Emirato ha finanziato un progetto multi-miliardario per installare un sistema di cattura diretta dell’anidride carbonica in uno dei suoi principali impianti per l’estrazione di gas naturale. Anche il progetto sviluppato in collaborazione con Saipem sarà realizzato in questo modo, con un sistema che catturerà le emissioni di CO2 e invierà questo gas direttamente verso la costa dell’Emirato.

Una volta raggiunte le coste, la CO2 verrà stipata in depositi esausti di gas o petrolio. Qui sarà conservata per migliaia di anni, senza venire dispersa nell’atmosfera come sarebbe successo con un tradizionale impianto di estrazione. Inoltre, tutta l’elettricità necessaria per il funzionamento dell’impianto di estrazione e trasmissione del gas proverrà da fonti rinnovabili di energia. In questo modo, anche se si tratta pur sempre di un progetto di estrazione di gas naturale, Saipem e la ADNOC si sono assicurate che l’impatto ambientale sia limitato al minimo indispensabile.

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