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Secondo Microsoft, è Google ad avere un “vantaggio competitivo” nell’AI

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Chi è davvero l’azienda leader nel mondo dell’AI generativa? Molti sarebbero pronti a dire che sono Microsoft e il suo pupillo OpenAI, che insieme controllano ChatGPT. Ma Microsoft ritiene, per lo meno di fronte all’autorità garante della concorrenza in Europa, che in questo momento lo scettro appartenga a Google. Secondo quanto dichiarato da Microsoft in un’inchiesta europea sulla concorrenza nel mondo dell’intelligenza artificiale, Google avrebbe un significativo vantaggio competitivo. Una dichiarazione che può essere totalmente sincera, o che potrebbe essere -come spesso accade nei casi di antitrust- volta a sminuire la propria capacità competitiva e deviare l’attenzione su un concorrente. La competizione sull’AI si sta facendo anche di fronte alle autorità pubbliche, non solo con hardware e software.

Secondo Microsoft, il vantaggio competitivo di Google sarebbe dovuto al fatto che l’azienda possa controllare tutto il ciclo che va dalla progettazione dei semiconduttori fino al materiale da fornire all’intelligenza artificiale per allenarla. Questo grazie al fatto che Google ha copie di tutte le pagine che escono sui risultati di ricerca, il che le consentirebbe di fornirle al suo sistema Gemini per aiutarlo a diventare più efficiente nelle risposte. Malgrado queste dichiarazioni, però, secondo i numeri di SellCell gli utenti attivi su base giornaliera di ChatGPT sarebbero circa tre volte di più rispetto a quelli di Gemini.

presentazione della notizia sulle dichiarazioni di Microsoft di fronte al garante antitrust europeo
L’investigazione europea per ora non sembra intenzionata a risolversi con sanzioni o provvedimenti

Microsoft difende l’indipendenza di OpenAI

Uno dei temi su cui l’UE sta indagando è il ruolo di Microsoft in ChatGPT, un ruolo che effettivamente sembra più forte rispetto ai contratti siglati tra le due aziende. Molti ricorderanno ad esempio quando, dopo il licenziamento-lampo del fondatore di OpenAI, Microsoft si era proposta di assumerlo insieme a tutti gli sviluppatori che sarebbero stati disposti a seguirlo. La società fondata da Bill Gates ha concesso miliardi di dollari in finanziamenti a OpenAI prima ancora che l’azienda fatturasse il suo primo dollaro, e di recente ha garantito a un suo rappresentante un ruolo nel board di OpenAI -anche se da osservatore non-votante-.

Microsoft difende la sua posizione dicendo che, a discapito del suo supporto finanziario a OpenAI che prosegue ormai dal 2019, le due aziende restano indipendenti. Anche se l’Unione Europea non ha fatto nomi, formalmente la sua investigazione riguarda gli accordi “grandi multinazionali del tech” e startup promettenti del mondo dell’AI, e gli effetti di tutto questo sulla libera concorrenza in questo mercato. Le aziende che sono state contattate dall’UE dovranno fornire dei report dettagliati sulla loro visione della concorrenza nel mercato odierno dell’AI.

foto di un microchip
Google ha utilizzato i suoi stessi chip TPU v5e per allenare Gemini

Il vantaggio competitivo di Google

Microsoft ritiene che il vantaggio competitivo di Google sia basato sulla “libertà totale” dell’azienda nel muoversi all’interno di tutti i segmenti dell’AI generativa. La società di Mountain View ha già un suo ramo dedicato allo sviluppo di chip per l’intelligenza artificiale generativa, ha le pagine di Google per poterla allenare e ha un suo marketplace di applicazioni. Tra l’altro l’AI generativa di Gemini è allenata proprio sui chip proprietari di Google, mentre Microsoft rimane ancorata a terze parti e OpenAI compra la quasi totalità dei suoi chip da Nvidia.

Microsoft punta ad esempio a sottolineare come Google potrebbe sfruttare la sua AI all’interno di Android, in un momento delicato per il mondo delle app. Dopo che l’UE ha ordinato a Apple di permettere il download di applicazioni da marketplace di terze parti, fare leva sul Play Store potrebbe effettivamente aiutare Microsoft a sviare l’attenzione dell’antitrust verso Google. Inoltre si cita YouTube, che con i suoi 14 miliardi di video può ulteriormente essere utilizzato per allenare l’AI generativa. Non soltanto quella che genera testi, ma anche quella che genera video: per molti, questa sarà la nuova frontiera dell’AI generativa su cui le grandi aziende tech si daranno battaglia.

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