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Shock da OpenAI: board caccia Sam Altman

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Sam Altman è stato rimosso dalla sua posizione di CEO di OpenAI e al diffondersi della notizia le azioni di Microsoft incassano perdite importanti, dato il legame finanziario e tecnico tra le due compagnie. Altman sarebbe stato rimosso dal board per non aver avuto una comunicazione chiara con lo stesso. Lo stesso board ha comunicato, nella più classica delle dichiarazioni a latere di decisioni di questo tipo di non aver appunto più fiducia in Altman.

Sam Altman ha commentato brevemente tramite il suo account X, affermando di aver amato il tempo trascorso da OpenAI, all’interno di un’esperienza trasformativa per se stesso e anche per il mondo. Nel frattempo sulle principali testate finanziarie partono le speculazioni sulle motivazioni che avrebbero portato alla rimozione di Sam Altman. Per ora non potremo saperne però di più, almeno dai diretti interessati, per quanto qualcuno, Altman compreso, abbia già iniziato a sbottonarsi sui social.

Sam Altman non sarà più CEO del gruppo

Shock da OpenAI: via Sam Altman e Greg Brockman

Sam Altman e Greg Brockman, rispettivamente CEO e presidente di OpenAI non sono più alla guida dell’impresa. La notizia è arrivata in due battute nella nottata di ieri, sabato 18 novembre e ha rapidamente invaso i social network. Secondo la ricostruzione di Greg Brockman, che ha affidato a X un resoconto di quanto avvenuto certamente più articolato di quello offerto da Sam Altman, le cose si sarebbero sviluppate nel giro di meno di 24 ore.

Sam Altman avrebbe ricevuto da Ilya Sutskever, che è nel board di OpenAI in qualità di co-fondatore e chief scientist, richiesta per un breve meeting che si sarebbe dovuto tenere a ora di pranzo. Sam Altman avrebbe partecipato al meeting tramite Google Meet trovandovi l’intero board che gli avrebbe comunicato la decisione.

Pochi minuti dopo sarebbe toccato a Greg Brockman: rimosso dal board, ma avrebbe mantenuto la sua posizione in quanto fondamentale all’azienda. Greg Brockman ha però successivamente comunicato le sue dimissioni.

Pochi minuti dopo OpenAI ha pubblicato la decisione sul blog ufficiale del gruppo, annunciando l’addio di Sam Altman come CEO e con la nomina di Mira Murati, attualmente CTO del gruppo, come CEO ad interim. Sempre secondo quanto contenuto nel comunicato stampa del gruppo, la decisione sarebbe stata presa dopo una review che ha portato alla conclusione dell’assenza di una comunicazione chiara da parte di Altman, che avrebbe messo in dubbio per il board la capacità di Altman di proseguire come CEO del gruppo.

cosa succede da OpenAI
Decisione per ora inspiegabile

Titolo Microsoft giù dopo l’annuncio

Il titolo di Microsoft ha perso quasi l’1% nelle contrattazioni afterhours. Vale la pena di sottolineare che Microsoft, nonostante l’importante investimento all’interno della compagnia, non aveva seat nel board e non è chiaro il coinvolgimento di Redmond nella decisione. Rimangono misteriose le motivazioni della decisione, per quanto la macchina delle speculazioni e dei rumors giri già a pieni ritmi, anche quando a alimentarla sono rispettabili pubblicazioni.

Al momento le indiscrezioni su scandali sessuali non possono essere in alcun modo confermate e appaiono come massimamente infondate. La mossa è inoltre difficile da giustificare con un eventuale flo di GPT-5.

Sam Altman ha inoltre – in un post su X carico di risentimento ma anche di ironia – ricordato al board che nel caso in cui dovesse parlare, non avrebbero nulla per rivalersi contro di lui, in quanto non è in possesso di azioni.

La sensazione è che la storia non finirà qui e che ne sentiremo parlare ancora a lungo, per quanto sarà difficile ricostruire le dinamiche che hanno portato a questa decisione. Una storia che ricorda quella di Steve Jobs, se non fosse che OpenAI è in un ottimo stato finanziario e tecnologico e quindi lontana dalla Apple di allora.

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