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S&P premia la Grecia. Aumentato rating del debito di Atene

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Written by Alessio Ippolito
Attivo nel settore del digitale dal 2008, ricopro il ruolo di CEO e fondatore di ALESSIO IPPOLITO S.R.L. Editore, un'entità che possiede una rete di oltre 70 siti internet, concentrata sul mondo degli investimenti finanziari. Registrato presso l'Ordine dei Giornalisti di Roma dal 22/02/2022. Attualmente, sono il direttore responsabile della rinomata pubblicazione sulle criptovalute, Criptovaluta.it. A marzo 2023, ho assunto inoltre la direzione di TradingOnline.com, espandendo ulteriormente il mio impegno nel giornalismo finanziario.
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Fact checked by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Mentre a Roma ci si preoccupava di un possibile downgrade da parte di S&P, c’è chi, a poca distanza, ha certamente da festeggiare. Parliamo della Grecia, che secondo Standard & Poor’s da ieri ha un debito pubblico maggiormente affidabile. Da BB+ si è passati a BBB-, secondo la convenzione utilizzata da questa società specifica – passaggio che potrebbe portare già nel breve periodo a costi di finanziamento più bassi per il governo di Atene. Siamo a più di 10 anni da quando la Grecia ha raggiunto il livello junk, che è poi quello maggiormente temuto a Roma.

Per riportare il rating su livelli minimamente più apprezzabili sono serviti 10 anni di lacrime e sangue, di tagli alla spesa e di maggiore disciplina fiscale, per un percorso che è già stato lungo e che con ogni probabilità lo sarà altrettanto verso il ritorno su standard superiori. Per il momento però, di questo non vi è dubbio alcuno, la Grecia può festeggiare.

Atene può festeggiare il miglioramento del rating

La trimurti del rating preoccupa un po’ tutti, tranne la Grecia

La Grecia è tra i pochi paesi che potrà affrontare la trimurti del rating, che ha potere quasi di vita o di morte sulle finanze pubbliche degli stati più indisciplinati, con un certo ottimismo. Le danze sono state aperte da S&P, che ha alzato il rating di Atene e lo ha portato sul livelli sì ancora molto bassi, ma che segnalano comunque una decisa inversione del trend. L’outlook per ora rimane a stabile, il che vuol dire che S&P non si aspetta a stretto giro di posta grandi cambiamenti.

A giocare a favore dell’innalzamento del rating, secondo quanto riportato da S&P stessa, un recupero economico interessante, e la capacità del governo greco di performare meglio dei target che esso stesso aveva stabilito, senza con questo ridurre quelli che tecnicamente si chiamano social transfer. A potersi intestare il successo è Kyriakos Mitsotakis, primo ministro al secondo mandato da giugno scorso e che aveva fatto del recupero di rating più tranquilli una delle sue proposte principali.

Situazione radicalmente diversa a Roma, dove nonostante un nulla di fatto nella giornata di ieri, si continuano a temere le azioni delle altre agenzie, su tutte Moody’s, che ha maggiore ascendente tra i gestori di fondi, Moody’s che però almeno per la Grecia è già intervenuta in senso positivo lo scorso settembre.

Atene raggiunge uno dei suoi obiettivi principali

I rating tornano a far paura in una fase di economia piuttosto turbolenta

Di rating e spread, almeno in Italia, non avevamo sentito parlare da tempo, complice una situazione economica internazionale piuttosto tranquilla. Con le preoccupazioni che coinvolgono paesi di enorme rilevanza come la Cina (e anche come la Germania), con l’inflazione che continua a mordere in Europa e con outlook incerti sulla crescita economica, i rating delle tre principali agenzie sono tornati a occupare le prime pagine dei giornali. Roma, per quanto si sbracci almeno una certa parte della politica, deve alle sue azioni degli ultimi anni più che a un inesistente azione coordinata di non meglio precisati manipolatori il suo destino.

Per ora quello intrecciato da S&P si è rivelato essere più che benevolo, per quanto non è questo a fare maggiormente paura. Sarà la prossima dichiarazione di Moody’s a mettere l’Italia nei guai o eventualmente a salvarla. E torneranno anche prepotenti le discussioni, raramente intelligenti, sul potere accumulato negli anni da queste agenzie. Termometri privati che, dicono i loro detrattori, possono avere impatti enormi sullo stato di salute di uno stato. A queste critiche, almeno per ora, si dovrà rispondere che nei guai ci si sono da messi da soli stati che hanno continuato con politiche fiscali e di spesa dissennate, delle quali difficilmente si potrà dare la colpa alle agenzie.

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