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Sterlina e dollaro alla prova dell’inflazione. Arrivano i dati

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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C’è maretta sulla Sterlina Inglese. Una parte dei trader sembra essere convinta, complice la debolezza dell’economia dell’isola, di un pronto ritorno a politiche monetarie maggiormente lassiste, che aumenteranno il differenziale dei tassi con Washington e con con Francoforte. Politiche maggiormente lassiste che non possono che tradursi in una riduzione del valore di GBP sulle piazze internazionali. Come in tutte le situazioni poco chiare – e difficili da prevedere – in realtà c’è chi la pensa in modo esattamente opposto.

Almeno sul breve periodo avremo però un dato a dirimere la questione: mercoledì sapremo di più dell’inflazione nel Regno Unito e numeri particolarmente alti potrebbero costringere Bank of England a decisioni impopolari per l’economia e per i suoi player, ma necessarie per riavvicinarsi più rapidamente al target del 2%. Una situazione che dominerà il Forex sulle principali coppie, almeno nel corso della prossima settimana.

Arrivano i dati per UK e USA

Inflazione in UK: cosa ci si aspetta

Difficile però in realtà aspettarsi dei numeri particolarmente alti. Le aspettative sono per una riduzione sostanziale rispetto alle precedenti letture, complici costi energetici più contenuti. Si tratta però – ce lo hanno ricordato correttamente i governatori delle più importanti banche centrali – di un dato che non racconta tutta la storia. È vero che i prezzi energetici sono comunque una componente importante per valutare l’inflazione, ma è altrettanto vero che si muovono secondo logiche che le politiche monetarie non possono correggere.

Detta in modo più semplice: come ha ricordato anche Jerome Powell, è l’inflazione Core a offrirci una fotografia più precisa di come stia procedendo la questione inflazione. Detto questo, gli occhi sono puntati sull’appuntamento di mercoledì, quando avremo tutti i dati necessari per valutare la situazione nel Regno Unito e di conseguenza anche il futuro andamento della Sterlina.

Inflazione sarà ancora al centro degli orientamenti delle principali banche centrali

Un dato maggiore delle aspettative

Se dovesse presentarsi una situazione peggiore per quanto riguarda l’inflazione nel Regno Unito, le conseguenze dovrebbero essere quelle offerte dai libri di testo di economia: necessità di rivalutare lo stop al rialzo dei tassi, necessità di considerare aumenti e di conseguenza un rafforzamento della sterlina contro le principali valute, fermi restando tutti gli altri fattori.

Sarebbe una buona notizia per la Sterlina ma non per l’economia britannica, che è già in sofferenza e che, secondo Bailey che governatore di Bank of England, deve ancora pienamente assorbire i rialzi dei tassi precedenti. La situazione è dunque grave, e per quanto il valore della sterlina preoccupi, nessuno farà il tifo per un’inflazione ancora fuori controllo.

Martedì i dati di Federal Reserve

La settimana che si apre tra poche ore non sarà soltanto all’insegna dei dati dell’inflazione del Regno Unito. Martedì, nel primo pomeriggio, sarà il turno anche dei prezzi al consumo degli Stati Uniti, altro indicatore importante di come potrebbero muoversi le banche centrali nel corso delle prossime riunioni. La situazione a Washington è generalmente migliore: l’economia tiene, si è più vicini al target del 2% di inflazione ma sono anche più spiccati, di conseguenza, potenziali atteggiamenti hawkish.

La partita del Forex continuerà a giocarsi su questo fronte, mentre i mercati hanno già prezzato una lateralizzazione attesa per il dollaro dopo un 2023, almeno in termini di valore, da incorniciare.

Le previsioni però – anche quelle più dotte – continuano a essere riviste di settimana in settimana, segnale della presenza di uno scenario di lettura particolarmente difficile e che sarà indirizzato dai dati, volta per volta.

Tra i cavalli, metaforici, che si stanno presentando alla corsa, quello di Washington appare essere ancora come il più solido, per quanto siano in pochi a credere che un’ulteriore corsa sia sostenibile. Parleranno ancora una volta i prezzi e decideranno l’orientamento degli uomini più potenti della terra.

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