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Taiwan insiste sull’eolico: nuovo campo offshore da 920 MW

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Ørsted si è aggiudicata la realizzazione di un nuovo progetto eolico offshore al largo delle coste di Taiwan. Il governo locale continua a sfruttare le correnti dello stretto marino, che complessivamente ospiterà una produzione di 2.4 GW.La società danese ha vinto l’appalto dopo essere già stata coinvolta in modo continuativo nella costruzione e nella progettazione delle altre fasi del progetto. È dal 2018 che il governo taiwanese continua a implementare pale eoliche offshore in questa regione, appaltando di volta in volta alcune aree da sfruttare: in questo caso si tratta della regione di Greater Changhua, dove verrà installata una produzione da 920 MW.

La costruzione comincerà già quest’anno e ci si aspetta che il progetto venga poi completato nel 2025. Le pale eoliche saranno a una distanza compresa tra 20 e 30 miglia nautiche dalle coste di Taiwan, in un’area su cui la Cina cerca da tempo di estendere la propria influenza. Qui Ørsted sta installando un particolare tipo di pale eoliche con tecnologia ReCoral®, che dovrebbero permettere ai coralli di prosperare alla base delle turbine. In questo modo si riduce l’impatto del progetto sull’ecosistema marino e si aumentano le aree potenzialmente adatte allo sviluppo di questi progetti.

presentazione della notizia secondo cui a Taiwan verrà installato un nuovo campo eolico offshore nella regione di Changhua
Lo stretto tra Taiwan e Cina si presta particolarmente bene allo sviluppo di progetti eolici offshore

Taiwan punta ancora sull’eolico offshore

Le acque al largo di Taiwan sono battute da forti e regolari venti che, di conseguenza, si prestano molto bene a ospitare campi eolici. L’industria taiwanese ha bisogno di energia e la mancanza di combustibili fossili nelle vicinanze, insieme alle esigenze ambientali, fanno sì che l’economia locale stia investendo fortemente sulle rinnovabili. Lo stesso sta succedendo anche in Europa, dove la Francia sta sfruttando le correnti della Manica per costruire un nuovo maxi-progetto basato sull’eolico offshore.

Nel 2018, Ørsted si era già aggiudicata la realizzazione di due campi eolici nella regione di Changhua a Taiwan. Nel luglio 2020, poi, ha firmato un contratto di fornitura con Taiwan Semiconductor per assicurarsi un flusso di ricavi costante per l’energia prodotta dalle sue turbine. Taiwan Semiconductor è leader mondiale nella produzione di semiconduttori per i microchip, un’industria che fa uso intenso di energia. Per Ørsted si tratta invece di un modo per assicurarsi ricavi certi e prevedibili a fronte del suo investimento.

Il capitale per la realizzazione del progetto arriverà sia da Ørsted che da una raccolta locale, probabilmente basata sull’emissione di Bond. La società danese intende finanziarsi direttamente dagli investitori taiwanesi interessati al progetto, favorendo così anche lo sviluppo economico locale. Un accordo in cui tutte le parti sembrano vincere.

mappa di taiwan che mette in evidenza le coste al largo di Changhua
La regione indicata dalla freccia è quella che ospiterà il nuovo campo eolico

La promettente tecnologia ReCoral® di Ørsted 

Gli appalti che Ørsted si è aggiudicata nella regione di Changhua nel 2018 hanno visto per la prima volta l’impiego della sua tecnologia ReCoral®. Una delle critiche più comuni rivolte all’eolico offshore è che le turbine potrebbero danneggiare l’ecosistema marino, soprattutto attraverso la perdita di coralli e di tutte le altre specie marine che tendono a prosperare in presenza di questi. La tecnologia in questione cerca di risolvere proprio questo problema.

Al momento si tratta ancora di un esperimento, ma ha già attirato molto interesse. Tutto inizia prelevando dei campioni di coralli dall’ecosistema locale, che poi vengono coltivati in laboratorio. La coltura di laboratorio produrrà dei campioni resilienti da impiantare alla base delle pale eoliche, dove dovrebbero trovare terreno fertile per prosperare. Le turbine, infatti, dovrebbero essere l’ambiente ideale per ospitare un’alga chiamata zooxanthellae: i coralli vivono in simbiosi con quest’alga, che ha bisogno di accesso alla luce e di acque non trafficate. Le turbine dovrebbero fornire l’habitat giusto per zooxanthellae, permettendo poi la proliferazione dei coralli impiantati dopo la coltura in laboratorio.

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