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TSMC, dialogo con USA sulla produzione di chip nel Paese

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Written by Samanta Musai
Diplomata in Scienze Economiche, con parte del mio percorso formativo svolto presso l'Université Paris-Est Créteil a Parigi, ho conseguito una specializzazione in Amministrazione Aziendale. La mia professione di analista è incentrata sulla geopolitica e sulla macroeconomia.
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TSMC, acronimo di Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, una delle più grandi aziende al mondo specializzate nella produzione di chip e semiconduttori, ha dichiarato che sta comunicando con Washington in merito alla realizzazione di una legge volta ad aumentare la produzione di semiconduttori negli Stati Uniti.

In particolare, gli USA stanno cercando di portare a termine il cosiddetto Chips Act, che prevede delle agevolazioni purché sussistano determinate condizioni: una di queste sarebbe quella di condividere i profitti in eccesso con il governo degli Stati Uniti. Non solo: lo stesso processo di richiesta dei sussidi sembrerebbe mettere troppo in esposizione la strategia aziendale delle imprese e ciò ha suscitato parecchie preoccupazioni.

mappa del Taiwan, bandiera USA
Il Chips Act sta suscitando particolari preoccupazioni nelle aziende del settore

Anche altre aziende si sono mostrate preoccupate

TSMC sta investendo 40 miliardi di dollari in un nuovo impianto nello Stato dell’Arizona, negli Stati Uniti occidentali, a sostegno dei piani di Washington per una maggiore produzione di chip, in modo da rendere lo Stato più indipendente nel settore. L’azienda sta ora parlando con il governo statunitense per discutere dettagliatamente dei sussidi.

Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha dichiarato che proteggerà le informazioni commerciali riservate e prevede che l’obbligo di condividere l’eccedenza di profitto si verificherà solo nel caso in cui i progetti superassero significativamente il flusso di cassa previsto.

I criteri per i nuovi sussidi, che verrebbero da un fondo per la ricerca pari a 52 miliardi di dollari, preoccupano però anche aziende come Samsung Electronics e SK Hynix Inc. La società madre di SK Hynix, SK Group, prevede di investire 15 miliardi di dollari nel settore dei chip negli Stati Uniti, inclusa la costruzione di una fabbrica di imballaggi, ed ha affermato che sta valutando la possibilità di richiedere un finanziamento. Samsung invece sta costruendo un impianto di chip in Texas che potrebbe costare più di 25 miliardi di dollari ed ha detto che sta rivedendo le linee guida.

Tuttavia, le domande di finanziamento potrebbero richiedere informazioni troppo dettagliate sulla struttura dei costi, il che potrebbe equivalere a rivelare di fatto la strategia aziendale delle società interessate, poiché nel settore della produzione di chip è proprio la struttura dei costi a fare la differenze e per tale motivo dovrebbe rimanere un’informazione riservata.

foto di semiconduttori
Gli USA vogliono cercare di diventare più indipendenti nel settore dei chip portando la loro produzione sul territorio nazionale

TSMC registra un calo delle entrate

Dopo che solo un mese fa l’azienda aveva dichiarato di voler assumere più di 6.000 nuovi dipendenti, ha riportato il suo primo calo delle entrate mensili in quasi quattro anni, mostrando che i grandi eventi macroeconomici degli ultimi mesi hanno colpito anche il più grande produttore mondiale di chip per computer. Il gigante della produzione di chip aveva già previsto a gennaio che la sua attività sarebbe stata influenzata dalla debolezza della domanda del mercato finale nel primo trimestre.

TSMC ha registrato entrate per 145,4 miliardi di dollari taiwanesi a marzo ($ 4,8 miliardi), in calo dell’11% rispetto a febbraio e del 15% rispetto a marzo 2022. Si tratta del primo calo annuale delle entrate mensili da maggio 2019, secondo Dow Jones Newswires.

Ora che TSMC ha rivelato entrate inferiori a marzo, le stime degli analisti potrebbero essere riviste al ribasso: il titolo di Taiwan Semi ha già perso lo 0,2% lunedì. Le implicazioni per la domanda globale di chip potrebbero pesare anche sulle azioni di Intel, anch’esse in calo dello 0,2% lunedì.

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