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Unicredit: pronti a fare shopping in Europa centrale e orientale

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Unicredit si prepara a fare shopping. Il più importante gruppo bancario italiano, che mai ha fatto mistero della sua visione del mondo bancario del futuro, che passerà anche da un lungo ciclo di consolidamento tra gruppi, punterà all’Europa Centrale e all’Europa Orientale per allargare i suoi scopi e per acquisire altri istituti. Questo secondo quanto è stato riportato da un’intervista di Frankfurter Allgemeine Zeitung a Andrea Orcel, CEO del gruppo. Un piano che in realtà non deve essere un mistero per nessuno e che rinforza quella che è la convinzione di molti analisti: Piazza Affari è ormai un gioco a due tra grandi gruppi bancari e società a forte partecipazione pubblica.

Segno questo di un mondo industriale e dei servizi non bancari italiani ormai in cronico ritardo rispetto alla competizione europea, che è comunque già in ritardo a livello globale. Poco male: Unicredit è pronta a mettere mano al portafoglio e a proseguire in un ciclo di acquisizioni che ha visto recentemente Unicredit portare a casa il 9% di Alpha Bank in Grecia e, a stretto giro di posta, il grosso del business dello stesso gruppo in Romania.

Parla il CEO Andrea Orcel

Acquisti sì, ma con disciplina

Andrea Orcel ci tiene a specificarlo: il gruppo non è pronto ad acquistare qualunque cosa sia in vendita. Gli acquisti saranno mirati e punteranno a quei gruppi che hanno un buon prospetto di commissioni e prezzi nei confronti della clientela e che abbiano nel loro DNA la capacità e la voglia di fare business. Niente in Germania, in Austria o in Italia, paesi che sono di riferimento per il gruppo, in quanto per Orcel si tratterebbe di location poco consone in termini di prezzi. E quindi via verso quelle economie che forse hanno più capacità di performare anche nel futuro di breve periodo e nello specifico Europa dell’Est e Europa Centrale.

Tutto questo però sempre tenendo conto dei rischi, senza strafare e senza esagerare. Nonché senza farsi ingolosire da prezzi di saldo dovuti anche alle note difficoltà di qualche economia europea. Interessi anche in Polonia, paese che è stato uno dei temi ricorrenti nelle discussioni di livello più alto.

Shopping con cautela
Sarà uno shopping “con cautela”

Le dichiarazioni del CEO piacciono

I mercati rispondono, a metà seduta, con un interessante +0,80% all’interno di una giornata altrimenti di leggera flessione per la Borsa Italiana. Segnale che i sogni di ingrandimento, seppur con attenzione e maturità e senza farsi tentare da affari impossibili, piacciono agli azionisti.

Anche i grandi gruppi e le grande banche d’affari vedono di buon occhio il nuovo corso di Unicredit. Barclays parla apertamente di rivalutazione del settore, al quale la particolare congiuntura economica ha certamente dato una mano e che al tempo stesso è forse l’unico fiore all’occhiello di una borsa che, in altri comparti, mostra tutti i segni di stanchezza di un’economia italiana che cresce poco e male da un paio di decenni.

Se dovesse arrivare il tanto atteso soft landing, per quanto sembri una manovra di una certa difficoltà in Europa al contrario di quanto previsto negli USA, dice la stessa Barclays che potrebbe migliorare la visione del comparto intero e dunque anche di Unicredit anche da parte degli investitori cosiddetti generalisti e che magari non sono granché concentrati sul settore bancario.

Se così dovesse essere, si tratterebbe di un grande successo anche del CEO Andrea Orcel, da relativamente poco alla guida del gruppo e che è rimasto in sella anche con un ambizioso programma non per se stesso, ma per l’istituto di Piazza Gae Aulenti.

Staremo a vedere chi finirà, probabilmente a breve, nelle mire d’acquisizione del gruppo guidato da Orcel, ormai pronto allo shopping non appena se ne presenterà l’occasione.

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