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USA: accordo ad interim contro shutdown. Tutti scontenti

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Mancava davvero poco, ma non se ne è parlato granché anche in virtù del fatto che l’approvazione del documento non è stata mai messa in discussione. Parliamo di quella che negli USA è definita una stopgap bill e che permetterà al governo degli USA di continuare a spendere (e secondo tanti spandere), senza problemi di shutdown. La legge è stata firmata da Joe Biden e dunque il problema sarà rimandato a inizio 2024, per un governo degli USA che ormai procede di rinvio in rinvio senza poter, sul breve periodo, invertire un trend di spesa che in molti ritengono molto preoccupante.

Mancavano meno di 24 allo stop ufficiale, ma è arrivato quanto tutti si aspettavano, senza che la questione abbia impensierito i mercati, come invece accaduto in passato. La misura ad interim ha ricevuto ampio supporto da parte del Congresso, ormai scarico di quelle tensioni che invece avevano acceso la discussione nel precedente caso di vicinanza al pericoloso shutdown.

Scongiurato lo shutdown

Solo un rimando: la questione è tutto fuorché risolta

Prima di stappare le proverbiali bottiglie buone, i mercati faranno altri tipi di considerazioni. Si tratta di una misura ad interim che permetterà di superare il periodo del Ringraziamento e più in generale quello delle festività, per poi dover tornare a discutere di temi molto divisivi in apertura di 2024. Non si tratta infatti di una questione che attiene solo alla spesa del governo federale, ma anche a questioni che non trovano ampio supporto come il finanziamento della guerra in Ucraina e ora di quella in Israele.

Le posizioni sono parecchio lontane per il momento, anche se ci sarà certamente tempo per avvicinarsi, parlare, ottenere concessioni da entrambe le parti.

La misura ad interim inizialmente non era stata di gradimento della Casa Bianca, che vedeva nel rinvio parziale un’occasione per i Repubblicani di ricompattarsi e di muovere guerra, per quanto politica, su temi che per i Democratici sono di enorme importanza.

Nonostante però ci sarà tempo per vedere gli schieramenti discutere del do ut des, lo shutdown appare come più che probabile a gennaio, dato che di estremi per una ricomposizione sul breve periodo sembra, almeno per ora, che ce ne siano davvero pochi.

Questo in un quadro che ha visto il debito USA subire un declassamento da parte delle agenzie di trading, complice non solo la situazione politica ma anche una spesa che non sembra avere alcuna possibilità di rientrare nei canoni di normalità, almeno prima che si arrivi alla tornata elettorale del 2024.

Gennaio shutdown
Si tornerà a parlare di shutdown già a gennaio

Come funziona la misura a interim?

Permetterà di finanziare alcune agenzie fino al 19 gennaio e altre fino al 2 febbraio. Non include aiuti di emergenza a Ucraina e Israele e non include neanche però quei tagli importanti richiesti dal fronte repubblicano. Non sono neanche presenti inasprimenti dei controlli al confine – quello sud con il Messico, questo altro pallino dei repubblicani.

Un accordo che dunque scontenta tutti e che è un punto di partenza certamente non eccellente per le discussioni che avranno luogo a partire da dicembre.

In aggiunta lo speaker della Camera ha affermato che non offrirà il proprio supporto per altre misure di breve periodo, il che vuol dire che entro il 19 gennaio dovranno essere trovate delle soluzioni politiche definitive o quasi e che dunque tutti i nodi dovranno venire al pettine. Data l’enorme frattura su Ucraina, Israele, spese federali e confini, sembra per ora una possibilità politica ai limiti dell’impossibilità.

E si inizierà a discutere anche della possibilità che arrivi per il debito USA un altro declassamento. La situazione, a Washington, è più complicata che mai. E i mercati potranno iniziare a risentirne man mano che ci si avvicinerà alla scadenza.

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