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USA tolgono le sanzioni: i bond venezuelani volano

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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In uno storico accordo siglato tra Stati Uniti e Venezuela, la più grande economia del mondo ha rimosso le sanzioni imposte alla nazione sudamericana. Tra queste quella che non permetteva al Venezuela di esportare liberamente petrolio, una conferma arrivata dopo voci di corridoio nei giorni scorsi. Il Venezuela potrà tornare anche a ricevere investimenti americani, cosa che ha subito provocato un rally dei bond: in una singola giornata di scambi, il valore delle obbligazioni venezuelane è in media più che raddoppiato. Non ci sono state grandi emissioni nel corso degli ultimi anni, proprio per via dell’embargo finanziario voluto dall’Occidente; i dati vedono però un bond del 2018 passare dal 8,75 centesimi a 17 centesimi, e un bond emesso nel 2020 dalla compagnia petrolifera nazionale passare da 13 centesimi a 66,5 centesimi.

Al momento non si può ancora portare sulla Borsa americana ufficiale alcuno strumento venezuelano. L’accordo raggiunto ieri, però, permette alle banche e ai fondi d’investimento di scambiare obbligazioni sul mercato secondario, dove alcuni investitori hanno già iniziato a scommettere sulla possibilità che il governo Maduro decida di ristrutturare il debito pubblico. Dopo l’introduzione delle sanzioni, il governo Maduro ha dovuto dichiarare default su debiti con investitori esteri per $60 miliardi. Dopo aver raggiunto un nuovo patteggiamento con l’amministrazione Biden, ora è possibile che il Venezuela decida di negoziare dei termini di pagamento dilazionati per recuperare credibilità sui mercati finanziari.

presentazione della notizia su rally dei bond venezuelani

Meno sanzioni in cambio di libere elezioni

L’amministrazione Biden ha imposto delle condizioni precise per rimuovere le sanzioni imposte al Venezuela. La più forte è quella che prevede che si tengano libere elezioni nella seconda metà del 2024, e che l’opposizione -che ha partecipato al meeting attraverso alcuni dei suoi esponenti- sia libera di tenere delle primarie per eleggere il proprio candidato. L’incontro si è tenuto alle isole Barbados, dove esponenti del governo norvegese hanno fatto da garanti sugli accordi tra le due parti. Anche se il governo Maduro non gode di grande credibilità per gli osservatori esterni, tra le sanzioni rimosse ce ne sono alcune che farebbero indubbiamente comodo al mondo occidentale.

Visti i prezzi elevati del petrolio, dovuti alla bassa produzione dell’OPEC+, il fatto che il Venezuela possa riprendere a mettere barili sul mercato è un bene per tutti i paesi importatori. Al tempo stesso, la nazione latinoamericana potrà vedere sbloccati i suoi fondi mantenuti congelati presso banche centrali dei paesi G7. Nel frattempo si terranno i colloqui con enti sovranazionali, come il Fondo Monetario Internazionale o le Nazioni Unite, per assicurare che le elezioni del 2024 si svolgano sotto il controllo di enti imparziali. Fino a quel momento, in ogni caso, il Venezuela godrà del beneficio del dubbio e potrà già approfittare della rimozione delle sanzioni occidentali.

foto di caracas vista da un drone
Il Venezuela è soggetto a dure sanzioni dal 2019

Bond ancora lontani dai livelli pre-sanzioni

Edward Cowen di Winterbrook, uno dei fondi più grandi a essere esposti all’andamento dei bond venezuelani, ha commentato la notizia ai microfoni di Reuters. Ha fatto notare che il rally dei bond venezuelani, per quanto sia stato già molto forte, lascia ancora il livello delle quotazioni molto lontano da quello del periodo pre-sanzioni. Ci possono essere diversi motivi dietro a questa svalutazione, che potrebbero persistere sia sul breve che sul medio-lungo periodo.

L’economia venezuelana è uscita molto indebolita dalla pandemia, con un tasso di inflazione ancora molto alto e con una scarsa credibilità sui mercati finanziari. Inoltre si teme che possano continuare a esserci degli screzi con l’Occidente: se Maduro non dovesse rispettare la promessa di libere elezioni nel 2024, è molto probabile che le sanzioni verrebbero reintrodotte unilateralmente dagli USA. Il 2024 sarà anche l’anno delle elezioni negli Stati Uniti, e un eventuale cambio alla Presidenza potrebbe significare un nuovo regime di sanzioni.

In ogni caso, Winterbrook rimane rialzista sull’andamento dei bond venezuelani: il fondo si aspetta che i prezzi ritornino al livello pre-sanzioni e che il rally possa essere sostenuto dall’eventuale inserimento negli indici obbligazionari tracciati dagli ETF.

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