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Wall Street prevede aumento di emissioni di bond nel 2024

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Il mercato delle obbligazioni, e specialmente quello delle obbligazioni corporate, potrebbe essere pronto a un anno di record. Queste sono le previsioni di diverse delle più importanti firm di Wall Street, che stanno già scommettendo sul fatto che la Fed comincerà a tagliare i tassi d’interesse durante il prossimo anno e che così facendo si verranno a creare le condizioni ideali per raccogliere capitali attraverso le nuove emissioni di obbligazioni. Dopo oltre 18 mesi di politica monetaria restrittiva e tassi d’interesse elevati, sono tante le società che hanno deciso di rimandare le loro emissioni di bond a periodi più favorevoli.

Il 2023 dovrebbe chiudersi complessivamente con emissioni di bond per $1.23 triliardi, numeri molto simili a quelli del 2022. A rivelarlo è un’indagine recente della SIFMA (Securities Industry and Financial Markets Association), che ha raccolto i dati e li ha confrontati con quelli del mercato negli anni precedenti. Il risultato è che il volume di emissioni si è abbassato significativamente rispetto agli $1.47 triliardi di bond emessi nel 2021 e agli $1.85 triliardi emessi nel 2020, quando i tassi d’interesse della Fed prossimi allo zero avevano creato le condizioni ideali per le società interessate a raccogliere capitali a debito. Non sono ancora disponibili le proiezioni per il 2024, ma si parla di numeri che potrebbero addirittura superare quelli del 2020.

presentazione della notizia su previsione di boom di emissioni obbligazionarie nel 2024

Si accumulano le obbligazioni in scadenza

Stando ai dati di Morgan Stanley, ci sono $770 miliardi di obbligazioni investment grade in scadenza nel 2024. Si tratta di una cifra molto alta di bond ancora da rinnovare, segno del fatto che molte aziende hanno aspettato l’ultima data possibile per rinnovare i debiti in scadenza. Solitamente le società che vogliono rimandare il debito al futuro lo fanno con nuove emissioni di bond in anticipo di 1-2 anni rispetto alla data di scadenza delle obbligazioni. Aspettare l’ultimo momento in questo modo è indice del fatto che le aziende si aspettavano un cambio di rotta da parte della Federal Reserve, cambio di rotta che a quanto pare arriverà a breve.

Blair Schwedo, capo della divisione di trading su strumenti americani e bond presso US Bank, ha sottolineato in una lettera agli investitori che quelle del 2024 saranno condizioni di mercato invitanti per le società interessate a emettere obbligazioni. Non solo per i tassi in calo della Fed, ma anche per gli spread ridotti tra il rendimento delle obbligazioni del Tesoro e il rendimento dei corporate bonds con la stessa scadenza. Il premio per il rischio è dunque in calo, un altro elemento molto importante per le società interessate a finanziarsi con bassi tassi d’interesse. Un esempio interessante riguarda i bond ad alto rischio, che nel loro complesso hanno perso 36 punti base di rendimento quando la settimana scorsa la Fed ha annunciato possibili tagli ai tassi centrali per 75 punti base nel corso del prossimo anno.

foto di un board che valuta un'emissione di obbligazioni

70% di probabilità di tagli entro marzo

Attualmente i mercati stanno prezzando, secondo la curva dei rendimenti dei Treasuries, una probabilità del 70% che la Federal Reserve decida di tagliare i tassi d’interesse già entro la fine di marzo. Appena due settimane fa, la probabilità implicita prezzata dal mercato era del 50% di un taglio ai tassi entro la fine di maggio. Le attese continuano ad aumentare e c’è anche chi ha paura che stiano diventando eccessive. Natalie Trevithick di Payden & Rygel, ad esempio, è tra gli analisti che ritengono esagerate le attese sui tassi d’interesse.

In Europa, invece, la situazione sembra diversa per il momento. La settimana si è aperta con rendimenti dei bond in leggero aumento sia sul fronte governativo che corporate, con il rendimento dei BTP a 10 anni che torna a 3,474% dopo aver toccato il suo minimo a 11 mesi nella giornata di venerdì scorso. Probabilmente i mercati stanno aspettando un segnale chiaro della BCE, che indichi la volontà di seguire lo stesso percorso di tagli ai tassi nel 2024 che la Fed vorrebbe intraprendere.

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