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Argentina con il turbo, ma il peso potrebbe non andare in pensione

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Written by Alessio Ippolito
Attivo nel settore del digitale dal 2008, ricopro il ruolo di CEO e fondatore di ALESSIO IPPOLITO S.R.L. Editore, un'entità che possiede una rete di oltre 70 siti internet, concentrata sul mondo degli investimenti finanziari. Registrato presso l'Ordine dei Giornalisti di Roma dal 22/02/2022. Attualmente, sono il direttore responsabile della rinomata pubblicazione sulle criptovalute, Criptovaluta.it. A marzo 2023, ho assunto inoltre la direzione di TradingOnline.com, espandendo ulteriormente il mio impegno nel giornalismo finanziario.
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Fact checked by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Sarà ricordata come la settimana di Javier Milei: non solo i mercati azionari argentini crescono in doppia cifra, ma le discussioni sulle prime pagine dei principali giornali si interrogano tutte sul futuro del peso argentino. Il tema, che abbiamo già affrontato sulle pagine di TradingOnline.com, è noto: Milei vuole eliminare la banca centrale argentina e dollarizzare l’economia di Buenos Aires. Di dubbi però sulla capacità dell’Argentina di affrontare un percorso del genere sono tanti, a partire da quelli della liquidità necessaria.

Ci sono diverse questioni che potrebbero aiutarci a capire se, come e quando questo potrebbe avvenire, a partire dalla prima delle promesse che Milei ha mantenuto, ovvero quella di tagliare almeno 10 ministeri. È arrivata una bozza che conferma il passaggio ad un regime con soli sei ministeri. Fare però una mossa altrettanto azzardata per la dollarizzazione del paese, sarà certamente più difficile.

Mercati premiano Milei, ma sulla dollarizzazione ci sono grossi ostacoli

I mercati finanziari dalla parte di Milei

I mercati hanno solo un modo di esprimersi: comprando titoli e muovendone il prezzo. A guardare quanto sta avvenendo oggi sulla borsa argentina il messaggio sembrerebbe chiaro: ai mercati piace la vittoria di Javier Milei, cosa confermata da crescite in doppia cifra per i mercati azionari di Buenos Aires. La questione che è però più interessante è quella che attiene di più al mercato del Forex.

Prima però di entrare nel vivo della vicenda, ci serviranno altri elementi utili per definire il problema. Nessun paese di queste dimensioni, e con un’economia così rilevante, ha mai affrontato un passaggio del genere, e nessuno in condizioni economiche tanto sgangherate.

Ci sono diversi ostacoli: il primo è che la politica argentina dovrà fare a meno, dal passaggio in avanti, della poderosa macchina che ha inondato i mercati di peso e che ha permesso alla classe politica precedente di campicchiare promettendo mari e monti. L’altro ostacolo è che sul breve periodo una mossa del genere vedrà pagare fasce di popolazione già esasperate dalla condizione economica e servirà pertanto una popolarità piuttosto elevata per portare a termine tale compito.

Milei ha vinto con un buon distacco rispetto al concorrente Massa, ma sul fatto che questi voti siano sufficienti, in presenza tra le altre cose di un Congresso dove è in minoranza, ci sono grossi dubbi.

Secondo i più scettici, Milei farà a meno dell’implementazione delle misure più radicali annunciate durante la campagna elettorale, e tra queste appunto la dollarizzazione dell’economia, della quale comunque non ha fatto menzione dopo l’elezione.

Dubbi dollarizzazione
Anche in caso di dollarizzazione, il processo sarà probabilmente lento

Come si muove il peso?

In modo certamente sorprendente il peso tiene sotto i 1.000 per singolo dollaro sulle uniche piazze che prezzano correttamente il dollaro, quelel crypto, dato il cambio amministrato tuttora vigente a Buenos Aires. Il cambio è tornato su livelli molto più bassi rispetto alle ore che hanno preceduto i risultati dell’elezione.

È un segno, per qualcuno, che i mercati credono poco nella possibilità di implementare sul breve periodo politiche che porteranno alla dollarizzazione dell’intera economia.

Per il momento il dubbio rimane, per quanto una corsa degli altri mercati, nominalmente quello azionario, potrebbero offrire delle sponde importanti a Milei e all’implementazione delle sue politiche più radicali.

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