News, Azioni

Autunno caldo negli USA? Scioperi anche da Starbucks

Avatar di Alessio Ippolito
Written by Alessio Ippolito
Attivo nel settore del digitale dal 2008, ricopro il ruolo di CEO e fondatore di ALESSIO IPPOLITO S.R.L. Editore, un'entità che possiede una rete di oltre 70 siti internet, concentrata sul mondo degli investimenti finanziari. Registrato presso l'Ordine dei Giornalisti di Roma dal 22/02/2022. Attualmente, sono il direttore responsabile della rinomata pubblicazione sulle criptovalute, Criptovaluta.it. A marzo 2023, ho assunto inoltre la direzione di TradingOnline.com, espandendo ulteriormente il mio impegno nel giornalismo finanziario.
Scopri i nostri principi editoriali
Avatar di Alessio Ippolito
Fact checked by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
Scopri i nostri principi editoriali

Quando si sente parlare di autunno caldo, la mente non può che correre ai paesi europei, dove gli scioperi sono storicamente più diffusi, più compatti e più distruttivi, almeno rispetto agli Stati Uniti. Le cose però stanno cambiando e ne è testimonianza quanto avvenuto ieri da Starbucks e quanto in realtà sta accadendo da tempo a Detroit, per il settore auto. I lavoratori degli Stati Uniti, forti anche di vittorie sindacali impensabili anche soltanto qualche mese fa, oggi vogliono di più. E non è sempre una questione di vil denaro.

Mentre Starbucks celebrava il suo Red Cup Day, il giorno in cui distribuisce tazze per le vacanze e che è uno degli appuntamenti più importanti per la storica catena dei caffè che negli USA conta 9.000 punti vendita, diversi lavoratori incrociavano le braccia. La portata dello sciopero è stata, parlano i numeri, certamente ridotta. Ma questo non vuol dire che non sia il segnale di una maggiore spinta alla sindacalizzazione del mondo del lavoro USA, fino a oggi, e storicamente, inferiore a quella europea.

Avvisaglie di autunno caldo?

Da Starbucks incrociano le braccia (in pochi)

Un giovedì rosso, non solo per il colore delle tazze che Starbucks distribuisce durante il Red Cup Day, appuntamento ormai fisso per il clienti della catena, ma anche perché un numero (in realtà assai ridotto) dei dipendenti ha incrociato le braccia. Al centro non ci sono soltanto questioni salariali, come quelle che abbiamo visto dominare la scena di Detroit e del settore auto, ma appunto la possibilità stessa di sindacalizzarsi.

Puntano in questo verso le proteste che sono state raccolte da CBS e che raccontano di dipendenti che accusano l’azienda di non aver rispettato accordi passati e più in generale di non rispettare quelli che sono i suoi stessi ideali. Starbucks, aggiungiamo noi di TradingOnline.com, è da sempre o quasi al centro del movimento per paghe più giuste per i lavoratori della filiera del caffè e per un approvvigionamento della materia prima che sia maggiormente rispettoso della natura e di chi vive nei paesi che coltivano la preziosa pianta.

C’è poi qualcosa di più concreto: i lavoratori di New York hanno citato in giudizio l’azienda accusandola di aver violato le leggi sul lavoro dello stato. Sono i lavoratori di circa 50 punti vendita che accusano l’azienda di non aver rispettato l’obbligo, vigente appunto a New York, di avvisare dei turni i lavoratori con almeno 2 settimane di anticipo, o in alternativa offrire paghe più alte per decisioni in emergenza.

aderenti sciopero starbucks
Gli aderenti sono per ora pochi

Numeri ridotti, ma è un segnale importante

In realtà i numeri si sono rivelati essere piuttosto ridotti. Le adesioni non hanno superato i 300 punti vendita, a fronte di circa 9.000 location Starbucks che operano soltanto negli Stati Uniti. Il segnale da leggere sarà però un altro: c’è voglia di sindacalizzazione negli Stati Uniti, dopo un biennio non entusiasmante per i lavoratori, con l’inflazione che morde e con gli aumenti dei salari che faticano a trovare una strada per tanti lavoratori unskilled.

UAW, il sindacato auto, ha ottenuto delle importanti vittorie, in parte però ancora da ratificare, cosa che ha innescato degli effetti a catena che dovranno essere certamente valutati anche sul medio e lungo periodo. Lo stesso UAW punta ora alle aziende del settore auto che non sono sindacalizzate (sì, si parla di Tesla) segno di un desiderio di sindacalizzazione importante e che potrebbe, almeno in parte, il mondo produttivo degli Stati Uniti.

Il titolo di Starbucks per il momento però non è granché in sofferenza, segno che i mercati credono poco alla possibilità che le primule rosse facciano breccia su un numero maggiore di lavoratori. Autunno caldo negli USA? Per ora è soltanto… tiepido.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *