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Ozempic e Wegovy: mercato caffè al riparo. E Nestlé…

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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La svizzera Nestlé non teme Ozempic, Wegovy e gli altri medicinali che hanno avuto un incredibile boom nel corso del 2023 e che vengono utilizzati principalmente in quanto in grado di ridurre l’appetito, anche per i cibi più grassi e zuccherini. Nello specifico, Nestlé non ha dati per ritenere in pericolo il settore del caffè, che per il conglomerato vale circa il 20%, in quanto non sembra che le molecole GLP-1 contenute in questi farmaci abbiano degli effetti sulla richiesta di bibite caffeinate.

Salvo così il business, che è uno dei più importanti per Nestlé, che più in generale ritiene che l’arrivo di questi farmaci sia una buona occasione per il comparto per ripensare parte dei propri prodotti e per orientarsi verso soluzioni più salutari come barrette proteiche, integratori per la dieta e cibi che possano essere di gradimento anche per chi sta seguendo certi percorsi terapeutici. Da tempo tra gli analisti si discute dell’impatto che questi farmaci potrebbero avere sul settore del junk food, dolciario e più in generale della grande produzione industriale di alimenti.

Parla il CEO di Nestlé

Nestlé pronta ad adattarsi, come il resto del settore

Primo aspetto positivo per Nestlé nel nuovo mondo a trazione Ozempic: non sembra che chi assume questa categoria di farmaci abbia visto il suo appetito per il caffè e più in generale per la caffeina ridursi. Il business – che vale 1 franco su 5 o quasi dell’intero conglomerato – è dunque salvo e potrà continuare a fare da traino ai ricavi dell’azienda. C’è però tutto il resto: Nestlé infatti distribuisce una quantità importante – tramite marchi controllati – di quanto tutti o quasi riterrebbero junk food: snack dolci e salati, preparazioni a base di zucchero, cioccolato, succhi di frutta e tanti altri prodotti che sembra che a chi assume Ozempic o Wegovy piacciano sempre di meno.

Non sarebbe un problema: Nestlé, secondo le parole del CEO Mark Schneider, è pronta a raccogliere la sfida e dunque a modificare anche la sua offerta in relazione alla popolarità di questi farmaci. L’obiettivo sarebbe pertanto quello di riorganizzare almeno in parte la produzione e di puntare con più decisione su barrette proteiche, integratori naturali e bevande per chi sta seguendo certi percorsi di dimagrimento. Tra le altre cose la domanda per questo genere di prodotti, comunica il capo dell’azienda, era già in crescita da tempo. La divisione Nestlé Health Science vale già 1,5 miliardi di franchi e sarà destinata, con ogni probabilità, a crescere se il ricorso a farmaci come Ozempic sarà effettivamente diffuso.

Nestlé punterà anche su prodotti più salutari

I veri dubbi sono sulla diffusione di questi prodotti

Il vero dubbio per ora è la diffusione che certi prodotti potrebbero avere. Non è ancora chiaro se Ozempic, Wegovy e i prossimi ritrovati che arriveranno sul mercato saranno inclusi o meno nei piani assicurativi o nei prontuari dei servizi sanitari nazionali. E per ora i prezzi di una terapia completamente sostenuta dal portafoglio del paziente sono alti al punto tale da renderla poco diffusa, almeno in Europa.

Discorso certamente diverso negli USA, dove sembra che tali farmaci abbiano già avuto una diffusione relativamente capillare, cosa che ha portato Novo Nordisk a diventare il nuovo gioiello delle borse europee.

Al tempo stesso è ormai chiaro che i presagi di sventura per un intero comparto – quello del cibo industriale – sono stati forse eccessivi. E che non si è tenuto conto dell’incredibile capacità di certi conglomerati di riorganizzare le proprie produzioni per soddisfare un mercato che comunque continua a esistere, anche se in forma diversa.

Per il resto, continuerà l’epopea del dimagrimento per via farmacologica, che in molti oggi ritengono il salto tecnologico necessario per un mondo sempre più obeso.

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