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Proiezioni CEBR: ok UK, male Germania e Italia

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Sarà quella del Regno Unito l’economia europea con le migliori performance da qui ai prossimi 15 anni. Questo almeno secondo le previsioni del Centre for Economics and Business Research, che ha previsto che UK sarà inoltre in grado di mantenere la propria posizione come sesta economia più importante – per numeri – del globo. Meno felici le previsioni su Germania e Francia, in quella che sembrerebbe essere un’ennesima bocciatura, almeno in termini di previsioni, delle economie europee continentali.

Questo nonostante una condizione non ottimale dell’economia britannica nel 2023, con la lotta contro l’inflazione che sembra ancora lontana dal concludersi in modo positivo e con i timori di una recessione che si fanno sempre più importanti, anche tra gli operatori di mercato più ottimisti. Alla base, per i prossimi 15 anni appunto coperti dalla previsione, una crescita che andrà dall’1,6% all’1,8%. Previsioni piuttosto impietose per Italia in particolare e Germania, che perderanno diverse posizioni nelle classifiche per Prodotto Interno Lordo.

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Arrivano le proiezioni del CEBR

Arrivano le previsioni del Centre for Economics and Business: UK premiata, gli altri meno

È una situazione a dir poco impietosa per il grosso delle economie europee. Le previsioni son o di un istituto relativamente importante – il CEBR – che però come per tutti gli enti che producono previsioni non ha certamente il dono dell’infallibilità. Si parla di proiezioni sul PIL da qui al 2038 e la classifica, rispetto a quella attuale, sarà piuttosto diversa. Gli USA perderanno il primato a favore della Cina, l’India diventerà terza rimpiazzando la Germania, il Giappone riuscirà a rimanere quarto, il quinto posto sarà occupato dalla Germania mentre il Regno Unito riuscirà a mantenere la propria posizione.

Rimarrà anche al settimo posto la Francia, per quanto secondo le previsioni il gap che la separa dal Regno Unito aumenterà. Previsioni pessime per l’Italia, che si vedrà superare dal Brasile, dalla Corea e dal Canada per finire fuori dalla top 10.

Il tutto in un contesto che vedrà una crescita importante sul piano globale, che sarà però imputata ancora una volta alle cosiddette economie emergenti, con i paesi più avanzati industrialmente che in pochi casi riusciranno ad avere una crescita costante e rilevante.

Italia germania male
Italia e Germania molto male

Quanto c’è di importante in queste previsioni?

Sono previsioni e così come quelle del meteo più guardano avanti più hanno margini di errore. Per quanto sia interessante fare certe valutazioni e per quanto abbiano il potere di innescare discussioni molto accese, son pur sempre proiezioni che dovranno essere confermate dalla realtà. Una realtà che in 15 anni è estremamente difficile da prevedere in termini economici, demografici, geopolitici. India e Cina continueranno a crescere agli importanti ritmi di ora? I paesi europei non riusciranno a riformarsi e a riprendere la strada della crescita? Sono domande alle quali fornire risposte già oggi è esercizio spesso futile.

Rimarrà da discutere la condizione dell’Italia, paese che arriva da almeno due decenni di crescita quasi nulla e che non sembrerebbe avere la capacità di invertire questo trend neanche sul medio periodo. Le proiezioni di CEBR sembrano confermare appunto questa traiettoria.

Per il resto oltre la buona performance del Regno Unito, a interessare in termini di discussione sarà lo scivolamento della Germania verso la quinta posizione, in una situazione a Berlino che appare come la più preoccupante per il continente europeo, dato anche il ruolo di locomotiva economica che il paese riveste da tempo e data l’incapacità per l’UE di trovare a stretto giro un sostituto credibile. In molti parlano di Francia, che però anche rispetto al Regno Unito continueranno a procedere a ritmo meno sostenuto. Serviranno degli scossoni – e probabilmente, questo uno dei punto delle proiezioni, delle importanti riforme.

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