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Proposta aumenti Ford: canadesi decidono oggi

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Come avevamo precedentemente anticipato, anche in Canada sono partite le trattative sindacali per il settore auto. Unifor, rappresentante dei lavoratori del settore auto, ha comunicato di aver ricevuto un’offerta da Ford che prevede aumenti salariali del 10% per il primo anno, incrementi del 2% per il secondo anno, del 3% per il terzo, in aggiunta a premi di produzione di 10.000$ per tutti i dipendenti. In aggiunta ci sarebbero sul tavolo anche benefit di base aumentati e miglioramento dei piani pensione ibridi.

Unifor ha avviato le trattative con un voto unanime a favore dei negoziati con Ford, mentre si allarga a macchia d’olio il problema scioperi negli USA, con le società del gruppo auto di Detroit in grossa difficoltà e con i processi produttivi praticamente fermi ormai da giorni. Situazione che, logicamente, sembrerebbe essere più complessa e di più difficile soluzione.

Arriva una prima proposta

La strategia di Unifor paga?

Al contrario di quanto fatto da UAW negli Stati Uniti, Unifor ha optato per una strategia di attacco al più importante dei produttori che operano in Canada, Ford, per poi innescare effetti a cascata che vadano a colpire anche le altre società del settore auto. In caso di accordo favorevole con Ford, questo diventerebbe immediatamente standard con il quale poi gli altri produttori dovranno confrontarsi. Strategia opposta di quella adottata negli Stati Uniti, dove UAW ha invece preferito chiamare allo sciopero operai e addetti di Ford, Stellantis e General Motors in simultanea.

Le richieste tuttavia sono pressoché identiche: anche in Canada il sindacato chiede un miglioramento salariale e dei piani pensione, nonché rassicurazioni su un passaggio all’elettrico che – almeno a rigor di logica – dovrebbe permettere ai produttori di lasciare a casa un numero importante di addetti. Tuttavia, queste condizioni tecnologiche sono tra le principali preoccupazioni dei grandi sindacati nordamericani del settore automotive.

Settore auto operaio
Settore auto al centro del dibattito anche a livello politico

Accordo più vicino che negli States

Se negli States l’offerta di un +20% ha ricevuto un secco no, in Canada l’offerta ricevuta da Unifor sembrerebbe avere maggiori possibilità di essere accettata, nonostante sia – carte alla mano – certamente più modesta. Prima però di cantare vittoria ci sarà da vedere la ricezione anche da parte dei sindacalizzati e dai tesserati che avranno l’ultima parola sulla vicenda.

La situazione per il momento sembrerebbe però essere lontana da un’escalation in stile UAW negli States, dove il sindacato minaccia l’estensione dello sciopero ai centri di distribuzione, cosa che porterebbe effettivamente alla paralisi l’intero settore, almeno fino a quando non sarà trovato un accordo di massima in quella che è la peggiore ondata di scioperi degli ultimi decenni.

I meeting per la ratifica si terranno nel weekend, e da essi emergerà la posizione finale del principale sindacato del settore automotive canadese.Se l’accordo venisse approvato, stabilirebbe una base per le trattative con gli altri gruppi in Canada, seguendo così la strategia impostata da Unifor: trovare accordo con Ford per poi utilizzarlo come base per tutte le altre aziende del comparto.

Lunedì la risposta dei mercati

I mercati risponderanno lunedì dopo aver seguito con una certa apprensione l’intera vicenda e dopo aver in realtà non ancora punito eccessivamente i titoli del settore. Ford ha perso infatti in linea con i principali indici USA, mentre è stata certamente peggiore la performance di General Motors, che nel corso dell’ultima settimana ha perso oltre il 3,50%.

Stellantis ha invece chiuso la settimana in rialzo complice il regalo della Commissione Europea, che sembrerebbe essere pronta a indagare sulle aziende dell’auto cinesi che hanno ricevuto aiuti di stato, favorendo così direttamente e indirettamente quelle che operano sul suolo europeo come la società di diritto olandese nata dalla fusione tra FCA e PSA.

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